Aggressione orso, la Provincia: “Sicurezza persone prima della conservazione della natura”
Ordinanza della Provincia di Trento dopo l’aggressione da parte di un orso ad un uomo che faceva jogging col suo cane a Cadine. Il 45enne è stato operato “Non dimenticherò mai quegli occhi neri”. La prassi, a seconda dei casi, è: riconoscimento, cattura per captivazione ed abbattimento. Carta bianca alla Forestale in caso di aggressività dell’animale in fase di cattura
All’indomani dell’aggressione ad un uomo da parte di un orso in provincia di Trento, la Provincia corre ai ripari. E’ il secondo caso in poche settimane, ma stavolta è stata diversa, più dura, con più conseguenze. Il 45enne, infatti, ha riportato ferite a capo, addome ed arti superiori. E’ in ospedale ed è stato sottoposto ad intervento chirurgico. Era a fare jogging con il suo cane, quando all’improvviso… “Non dimenticherò mai quegli occhi neri – ha detto l’uomo. Ho sentito un rumore, e alla sua vista ho fatto come dicono di fare; mi sono fermato ma l’animale mi ha attaccato e morso. Sono riuscito a svincolarmi e a scappare ma l’orso mi ha ripreso e morso di nuovo. Sono riuscito a prendere un bastone e dei sassi, ma a quel punto l’orso si era dileguato”.
La Provincia, come detto, corre ai ripari. Primo obiettivo identificare l’animale attraverso una serie di azioni intensive di monitoraggio e di presidio, già in corso, attuate con squadre di agenti della forestale che da ieri mattina operano nell’area dell’aggressione, anche a tutela della sicurezza della popolazione che frequenta la zona. A tal fine il governatore Ugo Rossi ha emesso un’ordinanza che codifica la strategia di intervento. Sono queste le principali misure su cui ci si è confrontati oggi nel corso della video conferenza fra i tecnici della Provincia – presenti anche il presidente Ugo Rossi e l’assessore Michele Dallapiccola – e i referenti di ISPRA e Ministero dell’Ambiente, che hanno condiviso il piano d’azione predisposto e assicurato la massima collaborazione tecnica, anche nell’effettuare con rapidità le analisi sui campioni organici. Il governatore Rossi ha inoltre sentito nuovamente il ministro Galletti per anticipargli i contenuti dell’ordinanza e confermargli quanto formalizzato dalla Provincia autonoma di Trento lo scorso anno circa la necessità di migliorare la normativa vigente e introdurre dei limiti, oggi non previsti, al numero di esemplari presenti sul territorio trentino. L’ordinanza è stata assunta in applicazione della normativa vigente che prevede, in caso di attacco come quello avvenuto, l’adozione di una serie di provvedimenti.
La squadra di emergenza del Corpo forestale della Provincia ha potuto localizzare con precisione il luogo del fatto, in località Comuni di Cadine di Trento e a raccoglie alcuni reperti organici, che potrebbero risultare utili ad identificare l’orso. Secondo questi primi elementi, come hanno riferito i tecnici della Provincia ai responsabili di ISPRA e Ministero dell’Ambiente, appare chiaro che l’aggressione sia avvenuta senza la minima provocazione da parte della persona interessata.
Nel corso della riunione si è parlato anche della possibilità che l’aggressione di ieri pomeriggio possa in qualche modo essere collegata a quella avvenuta alcuni giorni fa nei pressi di Zambana. Si è ritenuto opportuno delimitare l’area di attenzione nei dintorni delle due zone che non sono molto distanti fra loro.
Si ricordano infine le principali regole di comportamento nei confronti dell’orso.
- Non lasciare mai cibo o rifiuti organici a disposizione dell’orso
- In caso di avvistamento a distanza, non avvicinarsi
- In caso di incontro ravvicinato allontanarsi lentamente
- Segnalare per tempo la propria presenza facendo del rumore
- In caso di aggressività assumere un atteggiamento passivo
- Tenere i cani al guinzaglio
- Comunicare eventuali presenze dell’orso chiamando il numero 335 7705966
- Per le emergenze chiamare il numero 115
Questo l’intervento del presidente Ugo Rossi in Consiglio provinciale: “Siamo di fronte ad un episodio molto grave rispetto al quale non è opportuno fare strumentalizzazioni. Per prima cosa ho voluto informare sull’accaduto in base ai rilievi e alle verifiche fatte dalle autorità competenti. Sulla base di queste informazioni il dibattito si è sviluppato e io lo ho ascoltato. Le decisioni che adotteremo saranno basate sullo stesso principio adottato lo scorso anno in agosto quando si verificò l’altra aggressione: di fronte ad un fenomeno che è dentro le logiche naturali si valuta la gravità e prima viene la vita e la sicurezza delle persone e poi viene la conservazione della natura. Lo scorso anno, dentro le regole di cui disponiamo, abbiamo applicato lo stesso principio. L’anno scorso io mi sono assunto la responsabilità di prendere provvedimenti che hanno portato poi a reazioni sulle quali non ho sentito molta solidarietà, nemmeno quando la Forestale dello Stato ha minacciato interventi. Quello che noi possiamo fare in relazione alle regole è scritto e ve lo leggo. Nel momento in cui un orso attacca senza essere provocato si possono adottare tre provvedimenti: cattura con rilascio e radiocollaraggio, cattura con captivazione, abbattimento. L’ordinanza dello scorso anno diceva esattamente questo. Io mi sono preso questa responsabilità assieme alla mia giunta l’anno scorso e siamo pronti ad assumerla anche quest’anno. Per assumersi questa responsabilità è necessario però identificare e riconoscere l’esemplare responsabile dell’aggressione. Questo è quello che faremo. La videoconferenza con Ministero e ISPRA che è in corso in questo momento serve proprio per condividere questa procedura a livello centrale. Però siamo pronti a prenderci responsabilità in via autonoma ma vogliamo evitare che qualche organo centrale, sulla base di informazioni scorrette, possa fare rilievi, come lo scorso anno. Anche questa volta la cattura di un orso ha dei rischi come per l’evento infausto dell’anno scorso. L’altra volta abbiamo assistito ad un mettere in croce persone e istituzioni rispetto a quella decisione. Noi quei rischi ce li prenderemo anche quest’anno. Abbiamo le regole e le abbiamo sempre utilizzate e le utilizzeremo fino in fondo. Quanto al cambiarle, già lo scorso anno la Provincia di Trento ha formalizzato ciò che ho sentito dire in quest’aula, e che condivido, sulla necessità di modificare alcune regole del progetto. Il progetto del 1993 non prevedeva un numero massimo, noi stiamo chiedendo di definire modalità che vadano oltre a quelle che abbiamo per cercare di modificare ciò che è possibile, compreso la riduzione del numero degli orsi. Le decisioni le abbiamo prese e difese, talvolta un po’ troppo soli.”