Al Forte di Bard la mostra sui ghiacciai che unisce fotografia e ricerca scientifica

L’Adieu des glaciers, un progetto quadriennale promosso dal Forte di Bard che nel 2020 parte dai ghiacciai italiani del Monte Rosa

Forte di Bard: un affascinante viaggio alla scoperta dei ghiacciai di alcune delle cime più note delle Alpi e dei cambiamenti in atto sotto il profilo climatico. Ma non solo. Una mostra che unisce fotografia, ricerca scientifica e arte. Il tutto in un dialogo iconografico carico di suggestioni tra passato e presente.

L’Adieu des glaciers

Tutto questo è L’Adieu des glaciers. Un progetto quadriennale promosso dal Forte di Bard che, nel 2020, parte dai ghiacciai italiani del Monte Rosa.

Gli aspetti fotografici della mostra, allestita nelle Cannoniere della fortezza, sono curati da Enrico Peyrot, fotografo e ricercatore storico-fotografico. Mentre gli aspetti scientifici da Michele Freppaz, professore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino.

Il progetto

L’identità glaciale del Monte Rosa viene presentata attraverso un corpus di cento fotografie inedite. Foto che raffigurano ambienti naturali e antropizzati, contesti e sodalizi storico-culturali, imprese scientifiche.

Il progetto si avvale di opere di autorevoli autori e selezionate fotografie realizzate nel corso degli ultimi 150 anni. E offre l’opportunità di apprezzare la qualità materico-fotografica delle stampe sia storiche che contemporanee, frutto di specifiche procedure, strumentazioni e materiali messi in opera nelle alte valli che nascono dal Monte Rosa.

L’apporto dei contenuti scientifici è stato condotto in collaborazione con il Comitato Glaciologico Italiano, la Cabina di Regia dei Ghiacciai Valdostani, la Fondazione Montagna Sicura, l’Arpa Valle d’Aosta, l’Archivio Scientifico e Tecnologico Università Torino (Astut), il Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari (Disafa) dell’Università di Torino, il Centro Interdipartimentale sui rischi naturali in ambiente montano e collinare, il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino e con il professor Marco Giardino, segretario generale del Comitato Glaciologico Italiano e il professor Piergiorgio Montarolo, direttore dell’Istituto Scientifico Angelo Mosso. In collaborazione anche con il Centro Addestramento Alpino.

La mostra gode del Patrocinio di Mountain Partnership.

Le sezioni della mostra

  • Angelo Mosso: lo studioso della fisiologia umana a grandi altezze
  • Umberto Monterin: il glaciologo e climatologo, figlio del Monte Rosa
  • Il Monte Rosa: un laboratorio per la ricerca glaciologica contemporanea
  • Ghiacciai, sentinelle del clima
  • Enit, Aosta, 1932. La “Prima mostra di Arte fotografica del paesaggio e dei monumenti di Aosta e Provincia”
  • Stereofotografie tra fine Ottocento e primo Novecento
  • Gressoney-Saint-Jean, quattro generazioni di fotografi
  • Tredici variazioni del Rosa
  • Il Trofeo Mezzalama

 

leggi anche Il Ghiacciaio del Fradusta ha gli anni contati

 

Premio di studio Forte di Bard

Due premi di studio voluti dal Forte di Bard per premiare ricerche sulla cultura montana sotto differenti profili multidisciplinari (es. glaciologico, ambientale, artistico) con particolare riferimento agli ambienti glaciali e periglaciali del Monte Rosa. L’iniziativa è rivolta ai titolari di laurea magistrale o di dottorato di ricerca dell’Università di Torino che abbiano discusso la propria tesi dal 1/1/2018 al 15/11/2020.

INFO

Foto: Umberto Monterin. Gressoney-La-Trinité, Ghiacciaio del Lys. Operazioni all’ablatografo e al carotatore, 1933

 

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