Alex Txikon sul Manaslu: per il basco secondo Ottomila in inverno
Alex Txikon con la salita al Manaslu lo scorso 6 gennaio (suo terzo tentativo) ha raggiunto quota due nelle invernali agli 8000 dopo il Nanga Parbat nel 2016. L’alpinista basco ha raggiunto la vetta del Manaslu insieme a sei alpinisti nepalesi: Tenjen Sherpa, Pasang Nurbu Sherpa, Mingtemba Sherpa, Chhepal Sherpa, Pemba Tasi Sherpa e Gyalu Sherpa. Txikon è salito senza utilizzare ossigeno supplementare. Si tratta della prima salita integrale del Manaslu nella stagione fredda. La spedizione è iniziata dopo il 21 dicembre. Non una prima vera e proprio perché il Manaslu è stato già salito d’inverno (il 12 gennaio 1984 dai polacchi Maciej Berbeka e Ryszard Gajewski lungo la via normale; anche se la spedizione non si svolse completamente nell’inverno meteorologico; il 21 dicembre erano già a campo 3 a 7100 metri).
Simone Moro ha dovuto arrendersi per problemi fisici.
Simone Moro Vetta per Alex e il team che sono arrivati in cima al Manaslu d’inverno dopo 39 anni dalla prima invernale su quella montagna. Congratulazioni!!!
Io invece sono atterrato da poco più di un’ora a Kathmandu, il tempo di una doccia e prima di andare in ospedale per gli accertamenti necessari vi scrivo per aggiornarvi.
Sto sostanzialmente bene, penso di avere un problema intestinale che mi ha provocato ininterrotta dissenteria negli ultimi 3 giorni. Erano i giorni perfetti per il tentativo alla vetta del Manaslu, quelli che aspettavo da 5 anni, ai quali mi sono fatto trovare pronto e che ho iniziato strategicamente a utilizzare per andare in vetta. Il malessere fisico però non era previsto, il meteo non posticipabile, i pericoli annessi ad una forte debolezza fisica non eludibili.
Sono salito velocemente con Alex Txikon e Chhepal Sherpa da 4850 metri ai 5900 metri di Campo 1. Poi sempre più lentamente ho raggiunto i 6300 metri a meno di un’ora da Campo 2 ma le continue scariche di dissenteria mi hanno fatto capire che dovevo scegliere e prendere una decisione.
È stata per me ovvia: rientrare al campo base prima che l’esporsi ai campi e alla quota sempre già alta rappresentasse un problema serio sia per me che per tutto il gruppo. C’erano infatti altri 5 sherpa che erano partiti il giorno prima e che ci aspettavano a Campo 2.
Alex e Chhepal hanno provato a convincermi, hanno addirittura detto che sarebbero stati a Campo 2 o 3 ad aspettarmi ma ho detto loro che la finestra di bel tempo eccezionale dovevano assolutamente prenderla e sfruttarla e andare in vetta.
Così hanno fatto e sono arrivati in cima al Manaslu d’inverno dopo 39 anni dalla prima invernale su quella montagna.
Io sono rientrato da solo al campo base e ho seguito con gioia la loro, nostra scalata. Non sono abituato a intristirmi nè a rammaricarmi per un pezzo di vita che ha epiloghi diversi per la mia persona. Sono felice di aver condiviso tanti inverni con Alex e che lui sia andato in cima nel giorno perfetto che avevamo corteggiato e atteso.
Il destino ha voluto che io non ci fossi, ma che tutto la squadra realizzasse il progetto. Il destino non ha neppure deciso che io abbia perso la motivazione… Un altro costruttivo arrivederci alle montagne Nepalesi e ora aspetto Alex per far festa con lui e tutta la squadra.
Alex Txikon
Alex Txikon è nato a Lemoa il 12 dicembre 1981. Ha raggiunto la vetta di 11 Ottomila (alcuni, come il Manaslu, più volte) e nel 2016 ha conquistato con Simone Moro, Tamara Lunger e Ali Sadpara per la prima volta la vetta invernale del Nanga Parbat.
Nato nella provincia di Biscaglia, nei Paesi Baschi, è il più giovane di tredici fratelli. Fin da piccolo si è interessato alla montagna e all’arrampicata. Nel 1985, a soli tre anni, raggiunse con il fratello maggiore Javi la sua prima grande vetta, il Gorbea (1482 m) nei Paesi Baschi. Da adolescente, ha scalato i Pirenei, le Alpi e i Picos de Europa. Si è innamorato dell’Himalaya dopo aver visto la presentazione delle fotografie della spedizione del K2 organizzata da Juanita Oiarzabala.
Ha intrapreso la sua prima spedizione sull’Himalaya nel 2002 come cameraman nel team di Edurne Pasaban. Nello stesso anno ha scalato senza successo due cime del Pamir : Ismail Samani (7495 m) e Picco Ibn Sina(7134 m). Nel 2003, ha scalato il suo primo ottomila, il Broad Peak. L’anno seguente scalò il Makalu e il Cho Oyu, e salendo il K2 raggiunse un’altitudine di 7400 metri. Nel 2005 ha scalato il Picco Ibn Sina e senza successo ha scalato la parete occidentale del Makalu, raggiungendo un’altitudine di 7650 metri.
Nel 2006 ha partecipato ad una spedizione in Antartide, durante la quale ha scalato il Monte Scott (880 m) e una nuova via del Monte Shackleton (1465 m). Ha anche conquistato il Monte Wandell (2397 m), e salendo in stile alpino sulla via sud-occidentale del Shisha Pangma ha raggiunto un’altitudine di 7800 m.
Nel 2007, scalando la parete nord, ha conquistato per la prima volta il Shisha Pangma. Nel 2008 ha aderito al progetto di Edurne Pasaban “14×8000”, che cercava le ultime cime che le servivano per raggiungere, come prima donna, per la Corona dell’Himalaya e del Karakorum. Quest’anno ha scalato altri due Ottomila: il Dhaulagiri I e il Manaslu. Nel 2009 ha scalato nuovamente lo Shisha Pangma e, salendo il Kanchendzonga, ha raggiunto un’altitudine di 8450 metri.
Nel 2010 ha scalato lo Shisha Pangma per la terza volta, questa volta sulla parete sud, e l’Annapurna I, salendo così la settima delle quattordici cime necessarie per scalare la Corona dell’Himalaya e il Karakorum. Nel 2011 ha raggiunto per la prima volta un’altitudine di 7.000 metri in inverno, scalando il Gasherbrum I, per poi salire sia il Gasherbrum I che il Gasherbrum II in estate, e raggiungere un’altitudine di 7900 metri al K2. L’anno successivo ha attaccato ancora una volta senza successo il Gasherbrum I in inverno, ma il 9 marzo 2012 alle 14:00 (insieme a Tamara Styś) ha effettuato la prima salita invernale alla vetta laterale della montagna – Gasherbrum I South (7109 m). Nell’estate del 2012 ha partecipato ad una spedizione in Groenlandia. La spedizione è stata seguita nel documentario Next Stop Greenland, diretto da Lara Izagirre, in cui Txikon si è esibito ed è stato il secondo direttore della fotografia.
Il 2013 è iniziato con la prima salita invernale del Laila Peak (circa 6200 m), insieme ad un altro alpinista himalayano spagnolo José Fernandez, in primavera ha girato 20 metri prima della cima del Nuptse (7861 m) e ha scalato un altro ottomila (Lhotse), poi in estate ha nuovamente combattuto con il K2 raggiungendo i 7100 metri. Nel 2015 ha cercato di conquistare il Nanga Parbat in inverno, ha raggiunto un’altitudine di 7850 metri e ha scalato la saga di Thalay (6904 m).
Poi ancora il Nanga Parbat nel 2016. Con Txikon, Ali Sapdara, Moro e Lunger. La squadra di quattro alpinisti è partita dalla base il 22 febbraio, e l’attacco alla vetta (dal campo IV) è iniziato la mattina del 26 febbraio. Lunger si è fermata alcune decine di metri prima della vetta, mentre gli altri tre alpinisti (Txikon, Moro e Ali) alle 15:27 ora locale, hanno completato la prima salita invernale al Nanga Parbat.
Poi ancora altri tentativi in invernale. Everest, Manaslu. Sino a pochi giorni fa con la salita al Manaslu.
Alpinista molto attento all’ambiente e alla sostenibilità. Nelle sue spedizioni non ha usato generatori elettrici a combustibile per la produzione di energia utilizzando pannelli solari. Occhio alla plastica eliminandola in parte grazie a un sistema di filtraggio dell’acqua.
In una delle sue ultime spedizioni ha donato, tramite una Fondazione, alla famiglie della valle del Manaslu 60 lampadine solari e anche i pannelli solari usati durante la spedizione.
Dopo una spedizione al Makalu si è diretto con il suo team a Seduwan dove hanno installato una piccola stazione fotovoltaica presso il locale ospedale e portato le lampadine solari ai bambini della scuola.