Annibale dove attraversò le Alpi?

Al Parco del Monviso alcune settimane fa, presso la Sala delle Guide di Crissolo, si è svolto un incontro con a tema il probabile tragitto seguito da Annibale per valicare le Alpi nel suo percorso verso Roma durante la seconda guerra punica (218 a.C.) con un esercito di circa 30.000 uomini, 15.000 fra muli e cavalli ed i celebri 37 elefanti.

Durante l’incontro è stata trasmessa una video-intervista con William Mahaney, professore emerito della York University di Toronto, Canada. Nel 2017 Mahaney fu a capo di un gruppo di ricercatori provenienti da Canada, Estonia e Regno Unito che per alcune settimane ha indagato proprio in merito al tragitto di Annibale.

annibale
ph: rivistanatura.com

Le ipotesi

Parco Monviso L’ipotesi secondo la quale il generale cartaginese sarebbe passato dal colle delle Traversette non è una novità: molti studiosi, a partire dalla fine dell’Ottocento, hanno formulato ipotesi che hanno ristretto le ricerche fra il colle del Monginevro, il Moncenisio o colle di Clapier e, appunto, il colle delle Traversette. Fra questi studiosi solo pochi hanno visitato tutti i possibili passaggi in questo settore delle Alpi. Tra di essi ci fu Gavin Rylands de Beer, che fu Direttore del Museo di Storia Naturale di Londra e che nel 1969 ipotizzò appunto il passaggio sul colle delle Traversette.
Quanto sappiamo sulla campagna militare di Annibale deriva dai libri scritti da due storici dell’antichità: Polibio (206-124 a.C.), uno storico greco che fu contemporaneo di Annibale ed intervistò alcuni dei soldati reduci della campagna militare contro Roma, e Tito Livio (59-17 a.C.), uno storico romano che, tuttavia, visse oltre un secolo più tardi e che quindi ha riportato informazioni indirette.
Lo stesso prof. Mahaney, prima di concentrare le ricerche in valle Po, ha ripercorso tutti i colli ipotizzati dagli storici. Durante l’intervista, il ricercatore canadese ci ha riferito di aver iniziato queste ricerche nel 2002 e di aver scelto di concentrarsi sul colle delle Traversette perché, a suo parere, era l’unico colle che rispecchiava dal punto di vista geomorfologico, la descrizione fatta da Polibio.

 

Annibale attraversò le Alpi, stando ad alcune sue parole riportate dallo storico greco Polibio in riferimento alle Pleiadi, nel mese di ottobre.

Mahaney, inoltre, ha ritenuto interessati altri passaggi del testo di Polibio e ci ha fatto notare che il racconto ci narra che Annibale fu sorpreso da una nevicata, ad ottobre, che si posò su uno strato di neve ghiacciato rimasto dall’estate precedente. Questo elemento ha spinto il geologo canadese a scegliere un colle posto ad altitudini molto elevate come quello delle Traversette (2.947 m), ritenendo meno probabile che questa condizione si fosse verificata su colli più bassi come il Monginevro (1.860 m) o il Moncenisio (2.083 m).
Proseguendo la lettura del testo di Polibio, il professore canadese ci ha fatto notare questa frase: “quando giunsero a un luogo tanto stretto che non vi potevano passare né elefanti, né animali da soma e dove la frana di uno stadio e mezzo, che già prima esisteva, si era ulteriormente allargata di recente, le truppe furono prese di nuovo dallo scoraggiamento e dal terrore”.
Qui, lo storico greco riferisce che l’esercito di Annibale si trovò di fronte ad una frana larga circa 300 m, poiché lo “stadio” era una misura in uso dell’antichità pari a circa 200 m, e che questa frana era stata generata da due eventi franosi distinti, di cui uno verificatosi recentemente, ai tempi di Annibale.
Su questo punto Mahaney e il suo gruppo di ricerca hanno analizzato la geologia di tutti i possibili passaggi e solo sotto al colle delle Traversette hanno trovato una frana con queste caratteristiche. Raccogliendo un centinaio di campioni, hanno potuto analizzare lo strato esterno delle rocce che, a causa di reazioni chimiche dovute all’esposizione agli agenti atmosferici, presentano uno strato con colorazione differente.
Questo strato ha uno spessore proporzionale al tempo trascorso dalla frattura della roccia. In tal senso, il gruppo di scienziati ha potuto constatare che la frana che si incontra a valle del colle delle Traversette è stata determinata da due eventi distinti, il primo risalente a circa 13.000 anni fa, ed il secondo a circa 2500 anni fa, poco prima, in termini geologici, del passaggio di Annibale, il che corrisponderebbe alla descrizione fatta da Polibio.

Le ricerche sono proseguite prima in Francia, nella parte alta della Vallone del Guil e poi in valle Po. Scopo di queste ulteriori analisi è stato quello di realizzare dei carotaggi del terreno, partendo dal presupposto che lo stazionamento per alcuni giorni di un esercitò così grande, descritto da Polibio, avrebbe potuto lasciare qualche indizio.
In particolare, con l’aiuto di Chris Allen, microbiologo dell’Università di Belfast, Mahaney ha ricercato materiale organico e elementi chimici riconducibili ai clostridi, batteri che vivono nell’apparato digerente di cavalli e muli. Il risultato di queste ricerche ha portato alla luce ulteriori indizi.

Sia sul lato italiano che su quello francese i ricercatori hanno individuato uno strato di sedimentazione perturbato da agenti biologici, ricco di materiale organico, la cui datazione, effettuata con analisi sedimentologica e con l’uso del radiocarbonio, colloca lo strato a circa 2200 anni fa, epoca compatibile con gli eventi di Annibale.
Questo strato è preceduto e seguito da strati più antichi e più recenti con sedimentazione “non perturbata”: lo scienziato canadese conclude, quindi, che questi elementi siano compatibili con lo stazionamento di decine di migliaia di animali, non riconducibili, per la loro entità, a semplici eventi di transumanza. Infine alcuni campioni hanno rilevato una concentrazione elevata di sostanze chimiche che testimoniano la presenza di clostridi, i batteri presenti nelle feci di muli e cavalli.

Quindi, altri elemengi ad avvalorare la tesi del passaggio di Annibale proprio per le Traversette.

Insomma, se ancora non abbiamo la prova definitiva del passaggio di Annibale in valle Po, quello delle Traversette è l’unico valico sul quale elementi geologici, geomorfologi, chimici e microbiologici concordano con la descrizione di Polibio e testimoniano il passaggio, circa 2200 anni fa, di un grande esercito.
Certo, malgrado ciò, immaginare un elefante attraversare il colle delle Traversette risulta, ai più, un’ipotesi alquanto improbabile, ma, interrogato su questo punto, il prof. Mahaney ci ha fatto notare che il condottiero cartaginese aveva a disposizione elefanti provenienti dal Nord Africa. All’epoca, infatti, gli elefanti vivevano anche lì, in particolare sui monti dell’Atlante nella zona oggi compresa fra Marocco, Algeria e Tunisia. Qui si trovano montagne alte oltre 4.000 metri dove questi elefanti vivevano, inoltre si trattava di una sottospecie oggi estinta (Loxodonta africana pharaohensis) con caratteristiche diverse dagli elefanti che conosciamo oggi, in particolare erano animali molto più piccoli, alti al massimo 2,5 m al garrese, contro i 4,5 metri di un maschio di elefante africano attuale.

Le ricerche sono comunque ancora in corso. Come fanno sapere dal Parco del Monviso, alcuni campioni microbiologici si trovano presso l’Università di Belfast per essere analizzati, e grazie alle tecniche biomolecolari si potrebbe confermare la provenienza Nord Africana degli animali che hanno lasciato circa 2200 anni fa tracce di materiale organico lungo la via delle Traversette.

Gli studi di William Mahaney sono disponibili on line ed il lavoro svolto nel 2017 in Valle Po è stato pubblicato su Archaeometry, una rivista edita dell’Università di Oxford (UK).

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