Cazzanelli e Ratti bis sul Denali
François Cazzanelli e Francesco Ratti, guide alpine valdostane, hanno raggiunto per due volte in una settimana la vetta del Denali (fino a pochi anni fa McKinley), in Alaska, 6190 metri d’altezza, la più elevata del Paese e dell’intero continente nord americano. I due alpinisti hanno percorso due vie diverse, la “West Rib” e la mitica “Cassin”.
L’ascesa del Denali del 30 maggio 2019, di François Cazzanelli e Francesco Ratti, per la “Cassin” – una via che gode della massima considerazione nel mondo alpinistico – è la terza ripetizione italiana in assoluto, a distanza di 10 anni dall’ultima spedizione italiana che ha percorso questa via e a 58 anni dalla sua apertura. I due alpinisti valdostani hanno impiegato 26 ore e 45 minuti in totale raggiungendo la vetta alle 7 (ora locale). «Dalla terminale alla punta abbiamo impiegato 18 ore e 58 minuti. – racconta François Cazzanelli dalla sua pagina Facebook – L’avvicinamento lo abbiamo fatto in 4 ore e 20 minuti risalendo prima verso la “West Rib” fino al colletto a 4900 m (600 m di dislivello dal campo alto situato a 4300m). Dopo il colle siamo scesi per 1200 m per la seraccata chiamata “Seattle ramp”. Per la discesa di ono volute 3 ore e altri 27 minuti circa li abbiamo spesi alla base per preparaci e sulla punta. Abbiamo sempre arrampicato tranne quando ci siamo riparati nella tenda mono telo, per 3 ore (dalle 23.00 alle 2.00 ora locale) per riposare e rifocillarci; alla ripartenza la temperatura segnava -36° e il vento era di 45km/h. Metri totali saliti sono stati di 3100 mt. Nei primi 1000 m di via abbiamo trovato la traccia, nei restanti 1500 la traccia l’abbiamo fatta noi, con la neve che arrivava tra le caviglie e le ginocchia. Tenuto conto anche di questo siamo molto soddisfatti del risultato».
Cazzanelli e Ratti hanno mantenuto uno stile leggero, veloce e flessibile, portando con sé il minimo indispensabile: ramponi, piccozze, una corda da 35 m, 1 serie di friend, 1 tenda mono telo, 1 bombola di gas, 1 fornello, 2 sacchi da bivacco, cibo e naturalmente abbigliamento imbottito in piuma.
Solo una settimana prima, il 23 maggio, i due avevano raggiunto la vetta del Denali percorrendo la “West Rib”: partiti alle 12 (ora locale) dal campo 4 e raggiungendo la vetta alle 21 (ora locale), dopo 9 ore di scalata in una giornata meteorologicamente “pazzesca con il sole sopra un mare di nuvole dove in pochi secondi tutto si è ghiacciato” racconta Cazzanelli. Il ritorno sulla via normale è stato di tre ore, dalla vetta al campo 4.
La “Cassin” fu aperta da una cordata italiana nel luglio del 1961 guidata per l’appunto da Riccardo Cassin assieme ai “Ragni di Lecco”; è una via molto lunga, circa 2.500 m di dislivello dalla terminale fino in cima. L’arrampicata è varia, su granito solido di alta qualità, tra cascate di ghiaccio, tiri di misto ed una cresta con cornici di neve. Si segnalano infatti solo poche ripetizioni della “Cassin” da parte di nostri connazionali, la prima nel 1993 da Franco Dobetti, Bruno Dossi e Bruno Rota; la seconda ripetizione italiana nel giugno 2009, organizzata dal gruppo Gamma e composta da Giacomo Bianchi Bazzi, Roberto Chiappa, Massimiliano Gerosa, Eugenio Manni, Fabio Valseschini.
La spedizione italiana, oltre a Cazzanelli e Ratti era formata anche da Roger Bovard (classe ’93) e Stefano Stradelli (classe ’95), giovani alpinisti alla loro prima esperienza internazionale, che hanno raggiunto la vetta del Denali salendo per la “West Rib” il 29 maggio 2019 alle 20 (ora locale).
Grande successo dunque per l’intera cordata valdostana in Alaska – terra poco battuta dagli alpinisti italiani – che sta facendo rientro in Italia in queste ore.