CinemAmbiente porta film green a casa
Ogni tre giorni sarà proposto un nuovo titolo, visibile gratuitamente sul sito di CinemAmbiente, scelto tra i lunghi e mediometraggi che hanno riscosso particolare successo nelle ultime edizioni del Festival
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e Festival CinemAmbiente – Museo Nazionale del Cinema organizzano e promuovono l’iniziativa “CinemAmbiente a casa tua”, rassegna online che mette a disposizione di tutti, per le prossime settimane, una selezione di film a tematica green.
A partire da venerdì 3 aprile, ogni tre giorni sarà proposto un nuovo titolo, visibile gratuitamente sul sito di CinemAmbiente, scelto tra i lunghi e mediometraggi che hanno riscosso particolare successo nelle ultime edizioni del Festival o che hanno approfondito i temi oggi più che mai, anche per effetto della pandemia, al centro del dibattito ecologista: i cambiamenti climatici, l’antropizzazione, la tutela degli habitat di specie, l’ecosostenibilità, i nuovi, possibili modelli di sviluppo. La diffusione in streaming dei film sarà accompagnata da videomessaggi dei registi o da videointerventi di esperti, che offriranno spunto per ulteriori approfondimenti.
Il ministro Costa
“In questi giorni in cui tanti cittadini di ogni età non possono andare al lavoro o a scuola – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – abbiamo pensato a come intrattenere, formare e informarli sulle tematiche ambientali rimanendo a casa. “CinemAmbiente a casa tua” è la prima di una serie di iniziative che saranno lanciate nei prossimi giorni dal ministero dell’Ambiente, e abbiamo voluto realizzarla insieme al Festival CinemAmbiente e al Museo Nazionale del Cinema di Torino perché da più di vent’anni organizzano l’omonimo festival con successo di pubblico, dimostrando come questi temi siano di grande attenzione per i cittadini e come sia necessario mantenere alta l’attenzione sui problemi dell’ambiente e sulle loro soluzioni. Perché quando presto ci libereremo dall’emergenza sanitaria è da qui che dovremo ripartire”.
Il Direttore del Festival
«Dobbiamo innanzitutto ringraziare i distributori e i registi che hanno messo a disposizione gratuitamente i loro film, consentendoci di mantenere un contatto con il pubblico anche in questo difficile momento di distanziamento sociale – dice Gaetano Capizzi, direttore del Festival CinemAmbiente – Invitiamo anche altri ad aderire a quest’iniziativa, favorendo una riflessione, oggi quantomai importante, sui tanti temi ambientali che sono stati messi in correlazione con la pandemia, talvolta con eccessive semplificazioni. L’inquinamento atmosferico, l’alterazione, ad opera dell’uomo, di habitat ed equilibri naturali fondamentali, l’aumento demografico incontrollato, la globalizzazione, l’organizzazione economica fondata su certi modelli di sviluppo sono problemi estremamente complessi, che il cinema può aiutarci a comprendere e che in futuro andranno esaminati e ripensati anche alla luce di quanto oggi ci sta succedendo».
Il presidente del Museo del Cinema di Torino
«La diffusione della cultura è una delle mission del nostro museo – sottolinea Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema di Torino – e dare a tutti la possibilità di vedere una selezione di film delle recenti edizioni di CinemAmbiente è sicuramente un messaggio importante in un momento di grande incertezza. Questo progetto si affianca alle altre iniziative che il Museo Nazionale del Cinema sta portando avanti con la condivisione online della mostra in corso e delle collezioni del museo, con la realizzazione di laboratori per bambini e famiglie e con la visione in streaming di contenuti della sezione Doc del Torino Film Festival».
I primi film in diffusione streaming
1) L’elemento umano (The Human Element) di Matthew Testa (USA 2018, 80′)
Il film segue il fotografo James Balog, tra le principali voci dell’ambientalismo mondiale, in viaggio negli Stati Uniti come testimone del passaggio di uragani devastanti, di un villaggio di pescatori minacciato dall’aumento del livello del mare, dell’esaurirsi della nostra riserva d’aria, dei rovinosi incendi in California e di una comunità di minatori disoccupati alla ricerca di nuove speranze. Tuttavia, con fiducia, Balog mette a disposizione la sua arte per fav orire il recupero della relazione imprescindibile fra Natura e Umanità.
2) La bugia verde (The Green Lie) di Werner Boote (Germania 2018, 97’)
L’indagine di Werner Boote e dell’ecologista Kathrin Hartmann, che sulle orme del “greenwashing” di certe imprese, si inoltra in alcune delle aree più soggette alla politica ingannevole delle aziende. Un dibattito intenso e rivelatore a cui prendono parte anche le eminenti voci di Noam Chomsky e Raj Patel.
3) Dusk Chorus – Basato su frammenti di estinzioni di Nika Saravanja e Alessandro d’Emilia (Italia 2016, 60’)
Un viaggio sonoro nella foresta amazzonica dell’Ecuador. Un’esperienza sensoriale, scientifica e poetica al tempo stesso, guidata dal ricercatore e compositore eco-acustico David Monacchi, autore del progetto multidisciplinare Fragments of Extinction. I cambiamenti climatici, la sopraggiunta siccità, la presenza massiccia delle compagnie petrolifere e le difficoltà di allestimento dei sofisticati strumenti di registrazione in un luogo impervio, sono gli ostacoli che David è costretto ad affrontare.
4) Oceani, il mistero della plastica scomparsa (Océans, le Mystère plastique) di Vincent Perazio (Francia 2016, 53′)
Solo l’1% della plastica che fluttua negli oceani raggiunge le coste o rimane intrappolata nei ghiacci artici. Il restante 99%, non essendo biodegradabile, non scompare, semplicemente si rompe in microparticelle tossiche, in gran parte invisibili all’occhio umano. Tale processo di trasformazione sta dando vita a un nuovo ecosistema: la plastisfera.
5) Ultima chiamata (Last Call) di Enrico Cerasuolo (Italia 2013 , 90’)
Commissionato al Mit dal Club di Roma fondato da Aurelio Peccei e pubblicato nel 1972, il Rapporto sui limiti dello sviluppo fu il primo studio sullo stato di salute del Pianeta Terra e degli effetti della crescita della popolazione umana su gli ecosistemi. A quarant’anni di distanza, Cerasuolo cerca quindi di capire se abbiamo effettivamente ormai oltrepassato i limiti o se siamo ancora in tempo per un’ultima chiamata.
6) Il sorriso del gatto di Mario Brenta, Karine de Villers (Italia 2018, 60′)
Uno sguardo sulla realtà così come appare oggi nelle strade e nelle città in quanto immagine della crisi e del declino della società occidentale nell’era della globalizzazione. Inquietante come il sorriso del Gatto di Alice nel paese delle meraviglie, il quale, alla richiesta di aiuto della bambina per trovare la strada che la conduca fuori dal bosco, risponde: «Tutto dipende da dove vuoi andare». La voce narrante è di Marco Paolini.
7) Ladri di tempo (Time Thieves. Your Time is their Business) di Cosima Dannoritzer (Spagna, Francia 2018, 52′)
Lasciate da parte per un momento l’acqua, il petrolio, i metalli delle terre rare. C’è una nuova fonte naturale bramata da tutti: il tempo. Un’indagine attraverso numerosi paesi con interviste a intellettuali ed esperti per riflettere sul valore del tempo e rivelare quanto la sua monetizzazione, da parte di un sistema economico ormai predominante, influisca sulla vita quotidiana.
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