David Bacci, un sogno su Les Intouchables e direttissima Gabarrou-Long
Il Ragno di Lecco David Bacci con Giacomo Neri e Luca Moroni nel cuore più selvaggio del Monte Bianco. Riportiamo il report integrale…
Dopo un periodo di brutto tempo, finalmente la meteo permette di andare in alta montagna, innumerevoli allenamenti e tante giornate a scalare in fessura, mi motivano a provare una via che ho sempre voluto provare a fare Onsight. , Les Intouchables (7b+ max) al Trident du Tacul.
Con l’amico Giacomo Neri, andiamo su con la seconda funivia da Courmayeur e velocemente attacchiamo la via. Saliamo i bellissimi tiri in fessura e placche a vista. Non vedo l’ora di fare l’ultimo tiro, una fessura di mano stretta leggermente strapiombante gradata 7b+.
Dopo una buona lotta arrivo in catena. Un 6c ci separa dalla cima e siamo contentissimi di aver salito questa bellissima via tutta OS.
Il fine settimana seguente con Luca Moroni decido di tornare al Bianco, l’anno passato avevamo notato la bellezza del Pilastro Rosso del Brouillard e abbiamo una gran voglia di scalarlo fino in cima al Monte Bianco
Rialziamo la posta decidendo di fare tutto a piedi dalla Val Veny, scendendo dalla via normale Italiana. Venerdi mi porto già con Caterina Tixi al rifugio Monzino e aspetto il Luca che dovrebbe arrivare la sera e puntuale arriva come da programmato. La mattina seguente presto, partiamo per il lungo avvicinamento.In 4 ore e mezza siamo alla base della pilastro. La via si presenta subito stra verticale, ma decidiamo lo stesso di scalare con gli zaini. Bellissimi tiri in fessura tra il 6b e 7b ci portano all’ultimo terzo della via, la quota e la fatica si fanno sentire. Dopo altri 5 tiri lunghi arriviamo alle 21.30 in cima al pilastro. 12 ore dopo aver attaccato. Pensiamo a Tomo Cesen che ha realizzato la prima invernale solitaria della via. Bivacchiamo in cima al pilastro, Luna piena e temperature miti ci permettono di riposare bene. La mattina seguente attacchiamo la cresta del brouillard che si presenta molto impegnativa. Roccia di dubbia qualità non ci permette una progressione veloce. 8 ore dopo arriviamo in Cima al Monte Bianco.
Siamo molto felici, ma ci attende una lunga e delicata discesa dalla normale italiana. Il sole del pomeriggio ha scaldato, e dobbiamo fare attenzione ai numerosi ponti e crepacci. Alle 6 arriviamo al rifugio Gonella, stanchi, ci attende una lunga discesa a valle attraverso il ghiacciaio del Miage.
Finalmente alle 22 arriviamo alla macchina. Contetissimi dopo questo viaggio nel cuore più selvaggio del Monte Bianco e più ricchi di un’altra bellissima avventura.
David Bacci (ragnidilecco.it)