Dolomiti, Simon Gietl scopre la sua “Identität” in solitaria
La guida alpina sudtirolese ha aperto in solitaria 'Identität', una nuova via alla parete ovest del Mittlerer Zwölfer (Croda Antonio Berti)
Una cosa che ho imparato dall’arrampicata in solitaria: L’unica persona che deve credere in te sei tu stesso.
La guida alpina sudtirolese Simon Gietl ha aperto in solitaria ‘Identität’, una nuova via alla parete ovest del Mittlerer Zwölfer (Croda Antonio Berti), Dolomiti di Sesto e Auronzo. Gietl non è nuovo ad imprese del genere, negli anni ha stupito per le sue avventure.
Perché la scelta di questo nome per la nuova via?
Dopo un’ispezione più ravvicinata, il percorso riflette la mia identità di alpinista. Lo stile che ho scelto rispecchia i miei valori, che per certi versi provocano grandi sofferenze ma anche grandi soddisfazioni. Per me questa linea è, per così dire, un luogo di realizzazione identitaria che mi sembra armonioso e coerente. Così come dovrebbero esserci innumerevoli immagini di sé, possono esserci anche diverse interpretazioni di conforto e soddisfazione.
La via si trova sull’enorme parete che costituisce la continuazione della Croda dei Toni. Gietl l’ha adocchiata durante le scalate alle Tre Cime di Lavaradeo, da dove è molto visibile e da allora gli gironzolava in testa. Quest’estate è partito ed ha aperto la via in sei giorni. E non è stata una passeggiata!