È allarme bostrico, foreste di abeti rossi sempre più a rischio
Molte aree alpine prese d'assalto da questo pericoloso coleottero che attacca prima le piante a terra e poi quelle in piedi
È allarme rosso. È allarme bostrico sulle Alpi, il parassita che colpisce principalmente l’abete rosso. Dal Bresciano, alle foreste colpite da Vaia, altopiano di Asiago, Trentino, Friuli…
Situazione seria
In estate è riscoppiata, anche per l’ondata di caldo, che ha portato ad un incremento massiccio delle popolazioni di bostrico dell’abete rosso o tipografo. Si tratta di un coleottero, ed è il più importante insetto patogeno specifico di questi alberi. Attacca piante a terra, fino a quando il contenuto d’acqua sotto corteccia è sufficientemente alto, o piante in piedi e indebolite e di queste ultime decreta la morte.
La presenza rispetto allo scorso anno è praticamente raddoppiata. E già il 2020 era stato un anno record per il proliferare di questi parassiti.
La principale causa
Le cause? Soprattutto, dicono gli esperti, i tronchi lasciati a terra e mai esboscati. Il bostrico, come detto, si nutre del legno a terra per riprodursi e poi attacca le piante ancora in piedi. Poi la frittata è fatta. Quando la presenza diventa visibile con la pianta che si secca, c’è poco da fare. Bisognerebbe creare delle aree cuscinetto atte ad evitare il proliferarsi del parassita sulle piante ancora sane. Cosa difficile da fare, innanzitutto da individuare e poi da intervenire. Le amministrazioni, come la Provincia di Trento, già lo scorso anno ha stanziato fondi ad hoc per cercare di debellare il problema.
Già nel 2020 la Provincia autonoma di Trento diceva che sino ad allora non si erano mai registrate così catastrofiche pullulazioni. La tempesta Vaia, che ha raso al suolo oltre 40mila ettari di bosco, ha ricreato le condizioni ideali per favorire l’alimentazione e la riproduzione del bostrico, che passa dal legno atterrato alle piante in piedi. Queste ultime, indebolite dalla tempesta, in alcuni casi non sono state in grado di reagire agli attacchi degli insetti che, scavando reti di gallerie sotto la corteccia ne hanno provocato la morte.
Per il monitoraggio della situazione, sin dalla primavera 2019 in quest’area, è stata predisposta una rete capillare di 225 trappole distribuite ai margini delle aree schiantate in tutto il Trentino, controllate ogni 15 giorni nel periodo aprile-ottobre.
La lotta
L’unico strumento di lotta al bostrico è il taglio e l’immediato allontanamento delle piante compromesse, in modo da prevenire l’uscita degli adulti e la diffusione del contagio su altre piante.