È morto Erich Abram, l’ultimo italiano della conquista del K2
È morto ieri a Bolzano Eric Abram, l’ultimo dei “ragazzi del K2”, quelli della spedizione del 1954 che portarono la bandiera italiana sulla vetta della seconda montagna del mondo. Socio onorario del CAI, aveva 94 anni.
Abram era nato a Vipiteno nel giugno 1922. Otto anni dopo si era trasferito con la famiglia a Bolzano. Con i genitori, in segreto, parlava tedesco perché nel ventennio fascista dalle sue parti si poteva usare solo l’italiano.
Dopo la maturità scientifica, nel 1941 venne arruolato e in seguito inviato in Caucaso, sul fronte russo-tedesco. Al termine della guerra, fu fatto prigioniero dai Cechi e poi dai Russi, e liberato solo alla fine del 1947.
Ritornato a Bolzano, si fece notare per le sue capacità in arrampicata e per l’apertura di alcune importanti vie nuove come lo Spigolo sud est del Piz Ciavazes nel Gruppo del Sella e la parete Nordovest del Sass Pordoi. All’inizio del 1954 fu chiamato a far parte della spedizione nazionale italiana al K2. Un’esperienza per lui assai importante, che lo vedrà tra i protagonisti fin quasi all’ultimo campo d’alta quota.
Al campo base e sullo Sperone Abruzzi, l’alpinista bolzanino venne nominato responsabile delle bombole e delle apparecchiature dell’ossigeno. Nel 1950, a Milano, aveva conseguito un diploma presso una Scuola sperimentale per capi tecnici, installatori e conduttori di macchine frigorifere, e perciò aveva molta dimestichezza con ossigeno, manometri e gas.
Insieme a Walter Bonatti e allo sherpa Amir Mahdi trasportò le bombole d’ossigeno necessarie a raggiungere la vetta per Achille Compagnoni e Lino Lacedelli il 31 luglio. Abram poi, ridiscese al Campo VIII prima della notte del bivacco all’addiaccio di Bonatti e Mahdi a 8.100 metri.
Negli anni successivi al K2, Abram fu sempre attivissimo in montagna come scalatore. Conseguì anche il brevetto di pilota d’aereo e divenne poi un apprezzato elicotterista, anche in montagna, e non solo sulle Alpi.
In occasione dell’indagine storica dei Tre Saggi incaricati dal Club Alpino Italiano di accertare la verità storica sui fatti del 29-30 e 31 luglio 1954 sullo Sperone Abruzzi del K2, la sua testimonianza si è rivelata fondamentale (anche sulle questioni tecniche relative alle bombole d’ossigeno), per ricostruire gli avvenimenti relativi alla parte finale della scalata della seconda montagna più alta della Terra.
Era l’ultimo della spedizione sul K2 ancora in vita dopo la scomparsa di Ugo Angelino avvenuta lo scorso 23 dicembre.
Reinhold Messner:
Erich Abram è stato uno dei migliori alpinisti del ‘900, soprattutto dal punto di vista tecnico, ma anche per il suo intuito di osare, per non dimenticare la sua simpatia e l’autoironia. Abram è stato il primo scalatore altoatesino ad aver cambiato l’alpinismo. L’unico e con Walter Bonatti l’unico italiano sulla lista delle star dell’alpinismo mondiale, esposta al suo museo della montagna a Castel Firmiano a Bolzano.
fonte: cai; ansa