Entro il 2100 addio a un terzo dei ghiacciai dell’Himalaya

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L’ultimo allarme arriva dalla Rivista Nature: sino al 65% dell’acqua trattenuta dai ghiacciai dell’Himalaya potrebbe scomparire entro il 2100. Si stima che entro tale data potremmo dire addio ad un terzo dei ghiacciai del colosso asiatico. Cosa fare? Attenersi fermamente agli accordi stipulati nel 2015 a Parigi e limitare il riscaldamento globale a non più di 1,5°C al di sopra dei livelli preindustriali.

“La novità è che abbiamo generato una simulazione al computer, basata su dati satellitari e climatici, compiuta su più di 30mila ghiacciai. Ciò al fine di stimare la velocità e la quantità di ghiaccio che è destinato a scomparire nel corso del XXI secolo. Questo ha permesso di determinare cosa succederà ai ghiacciai se si limiterà l’aumento della temperatura a 1,5°C o 2°C come concordato a Parigi nel 2015, o cosa accadrà invece se le emissioni aumenteranno con il ritmo attuale”, dice il ricercatore Philip Kraaijenbrink (Università di Utrecht, Olanda).

Il rischio non è solo paesaggistico, ma della sopravvivenza dell’uomo in quella parte del mondo. “I bacini fluviali dell’Indo, del Gange e del Brahmaputra che hanno origine nell’Himalaya sono molto popolosi. In questi bacini – continua il ricercatore –  l’acqua dei fiumi è utilizzata per l’irrigazione di colture, per l’estrazione di acqua potabile, e per le dighe idroelettriche. La perdita dei ghiacciai sarà un problema, perché garantisce un flusso minimo anche nei periodi secchi. A nuocerne saranno la produzione alimentare e di energia”.

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