Era come andare sulla Luna. K2 1954

Al Museo Nazionale della Montagna dal 31 ottobre al 30 marzo 2025  un’esposizione dedicata ai 70 anni dalla storica spedizione italiana al K2 che racconta l’impresa dal punto di vista del contributo dell’industria italiana

“Era come andare sulla Luna. K2 1954”. Al Museo Nazionale della Montagna dal 31 ottobre al 30 marzo 2025  un’esposizione dedicata ai 70 anni dalla storica spedizione italiana al K2 che racconta l’impresa dal punto di vista del contributo dell’industria italiana.

La nuova Sezione permanente

A marzo 2024 è stata inaugurata al Museo una nuova sezione permanente dedicata alla spedizione del Club Alpino Italiano al K2. Attraverso immagini, documenti archivistici originali, pagine di giornale, oggetti e attrezzature alpinistiche – che rappresentano la più ricca documentazione esistente sul tema – la sezione propone una narrazione dell’impresa ancora oggi ritenuta mitica. Che costituisce il fondamento dell’himalaysmo italiano moderno.

Era come andare sulla Luna. K2 1954

La nuova mostra Era come andare sulla Luna. K2 1954 narra l’impresa sotto un punto di vista inedito, mettendo in luce l’apporto dell’industria italiana che in pochi mesi riuscì a sviluppare materiali innovativi. Testati dagli alpinisti della spedizione e diventati fondamentali nell’evoluzione dell’alpinismo. Dopo essere stata presentata a maggio presso il Palazzo Roccabruna di Trento in occasione del Trento Film Festival, la mostra trova ora la sua cornice ideale a Torino, Capitale della Cultura d’Impresa 2024. E si inserisce nel programma di attività previste per il 150° anniversario del Museo.

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La nuova Mostra

Quando il 31 luglio 1954 Lino Lacedelli e Achille Compagnoni calpestarono per primi la vetta del K2, una delle montagne più difficili e pericolose, in un paese ancora segnato dalla guerra e dalla ricostruzione, il K2 divenne un simbolo di orgoglio nazionale. Era come andare sulla Luna, disse proprio Lacedelli in un’intervista anni dopo quella straordinaria esperienza.

La mostra, curata da Leonardo Bizzaro, Roberto Mantovani e Vinicio Stefanello, si concentra sugli aspetti meno noti della spedizione, evidenziando il “prima” e il “dopo” l’impresa del 31 luglio 1954. Viene raccontata l’evoluzione degli sforzi alpinistici, dai primi tentativi di salita di Jacot-Guillarmod nel 1902 e del Duca degli Abruzzi nel 1909. Fino alle esplorazioni della Spedizione Geografica del 1929 e ai sopralluoghi di Ardito Desio e Riccardo Cassin nel 1953.
Un’attenzione particolare è dedicata al contributo delle aziende italiane, che progettarono e produssero in breve tempo una serie di materiali e attrezzature innovativi. Rntrando a pieno titolo nel successo dell’impresa e nella storia dell’alpinismo.
Le suole in gomma sostituirono gli scarponi chiodati, e le corde di nylon, più resistenti, stupirono gli alpinisti abituati all’uso della canapa.
Le bombole di ossigeno vennero realizzate utilizzando tecnologie belliche, mentre piccole aziende italiane produssero termotute, sacchi a pelo e guanti.
Per l’alta quota, fu creato un nuovo tipo di stivale in pelo di renna con pelliccia di opossum all’interno, adatto alle condizioni estreme.

Il dopo-spedizione

Al ritorno dalla spedizione del K2, gli alpinisti furono accolti in Italia con un entusiasmo paragonabile a quello per le vittorie calcistiche, sia all’aeroporto di Linate che al porto di Genova. Le aziende coinvolte nella spedizione avviarono campagne pubblicitarie che citavano il K2 o almeno ne raffiguravano la sagoma. Il successo contagiò l’intero Paese. Ma, come spesso accade dopo grandi trionfi, sorsero anche polemiche, persino prima della salita. La mostra racconta anche queste controversie, sebbene in secondo piano, proponendo oggi una visione chiara e definitiva della salita del 1954 nella storia vera del Paese.

Il percorso espositivo

L’articolato – e in buona parte inedito – percorso espositivo affianca materiali delle collezioni e degli archivi del Museomontagna e delle ditte produttrici stesse. Oltre a documenti provenienti da altri enti e/o collezioni private. Attrezzature e abbigliamento, fotografie, giornali, pubblicità e registrazioni radio e televisive dell’epoca si alternano in mostra.
Un’installazione artistica del collettivo di D20 ART LAB conclude l’esposizione, proponendo una riscrittura del film della spedizione, Italia K2 di Marcello Baldi con le immagini di Mario Fantin, che ebbe strepitoso successo all’uscita nelle sale italiane.

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