Fratelli Pou e Micher Quito aprono super via sul Nevado Copa

Cordillera Blanca: i tre in quattro giorni in stile alpino hanno aperto Puro Floro sul Nevado Copa (6.188 mt): "La nostra migliore via alpinistica fino a oggi"

I fratelli Iker e Eneko Pou, insieme al peruviano Micher Quito, aprono Puro Floro sul Nevado Copa. Hanno aggiunto una nuova via dura al loro curriculum nella Cordillera Blanca peruviana.

Cordillera Blanca: Fratelli Pou e Micher Quito aprono Puro Floro sul Nevado Copa

La via si chiama Puro Floro, una linea situata sulla parete sud-est del Nevado Copa (6.188 mt). Una via di 1.000 metri di dislivello e difficoltà M7, 95º, A2.

È stata una cosa fantastica, difficile, dura e impegnativa, e la verità è che siamo finiti esausti ma, in ogni caso, una magnifica avventura. Puro Floro è la nostra migliore via di alpinismo fino ad oggi.

Che avventura!

Hanno effettuato la salita in stile alpino in un totale di quattro giorni. Hanno dedicato il primo giorno ad avvicinarsi alla morena del ghiacciaio, dove si sono accampati a quasi 5.000 metri di altitudine, accompagnati dalla cameraman Alexander Estrada.
Alle 4:20 del mattino, Iker Pou, Eneko Pou e Micher Quito hanno iniziato quella che sarebbe stata una lunga giornata di dodici ore di ascensione. Nelle prime due ore hanno percorso il tratto che li separava dalla base della parete, per iniziare così a scalare con l’alba i 1.000 metri di roccia, neve e ghiaccio che avevano sopra.
Si sono alternati in testa alla cordata e hanno superato sezioni difficili e crollate, fino a quando alle 16:30 hanno trovato una piccola sporgenza (5.640 m) su cui bivaccare mezzi seduti e con l’imbracatura addosso. Con poco riposo, sono tornati in marcia alle 8:00 del mattino, con l’idea di uscire in cima lo stesso giorno. Tuttavia, presto si sono resi conto che le difficoltà erano più grandi del previsto, con continue sezioni crollate che rallentavano il loro avanzamento. Poi, però, hanno iniziato a trovare più ghiaccio con cui la loro progressione è migliorata.
Il vento li ha accompagnati nella parte finale della giornata, mentre accedevano alla cresta sommitale (6.000 m) poco prima delle 17:00. Un’ora dopo si sono resi conto che non sarebbero stati in grado di percorrere quei 200 metri di dislivello sulla neve profonda che gli erano rimasti per raggiungere la cima prima che facesse buio. Sono stati costretti, quindi, a improvvisare un nuovo bivacco scavando un buco nel ghiaccio e hanno condiviso l’ultima busta di zuppa rimasta, dopo non aver mangiato più di due barrette energetiche in tutto il giorno.

Vetta!

Dopo la difficile notte, esausti e senza cibo per recuperare le energie, si sono svegliati alle 5:00 del mattino e hanno raggiunto la cima alle 8:15. A quel punto hanno deciso di scendere sull’altro versante, piena di torri di ghiaccio e crepe ma più facile. Hanno completato la discesa alle 17 del pomeriggio.

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