Guide Alpine: “Tragedia Marmolada, evento altamente imprevedibile”
In merito alla tragedia avvenuta sulla Marmolada, interviene, con una nota, il presidente delle Guide alpine italiane Martino Peterlongo.
Per prima cosa vorrei fare le più sentite condoglianze da parte mia e di tutte le Guide alpine italiane alle famiglie dei colleghi e di tutte le vittime coinvolte nella tragedia avvenuta in Marmolada. L’evento catastrofico di ieri era altamente imprevedibile, anche perché se così non fosse stato non si spiegherebbe come mai c’erano sul posto tante persone, fra cui diverse Guide alpine. La salita alla Punta Penia è l’itinerario classico di alta montagna delle Dolomiti, sulla cima più alta, quindi gode di una popolarità e di una frequentazione molto elevate. Si è verificata una terribile coincidenza di un evento imprevedibile capitato su un itinerario ad alta frequentazione. Se il distacco fosse avvenuto di notte avremmo avuto probabilmente solo un report e nessuna persona coinvolta.
Dobbiamo tenere presente che l’alta montagna è soggetta, a cadenza assolutamente imprevedibile, a eventi catastrofici come questo, eventi che si verificano anche (ma certamente non solo) su cime famose e molto frequentate. Ma altrettanti distacchi capitano anche su montagne poco frequentate e in momenti in cui non ci sono persone.
Questo per dire che non è ragionevole abbandonare la frequentazione delle montagne in senso assoluto, mentre bisogna se mai pensare alla frequentazione con i criteri della prudenza, della conoscenza delle condizioni degli itinerari, ecc. Il caso della Marmolada tuttavia non rientrava nelle situazioni di prevedibilità, nessuno avrebbe potuto sospettare l’eventualità di un incidente di questa portata.
Infine, l’incidenza dell’innalzamento delle temperature sulle montagne è cosa nota da tempo alle Guide alpine, che hanno ben presente il problema e, nei limiti delle conoscenze possibili, valutano le condizioni e prendono decisioni di carattere puntiforme e puntuale (sugli specifici itinerari e sul momento preciso) per minimizzare i rischi, trovando vie d’accesso alle cime delle montagne al riparo dai pericoli più evidenti.