Il Cervino si sta sgretolando, ricerca svizzera dice perché

Il Cervino si sta pian piano sgretolando sotto i colpi del gran caldo. La causa è l’innalzamento delle temperature e i cambiamenti climatici: a dimostrarlo è una ricerca dell’Università di Zurigo.

I sintomi sono sotto gli occhi: ritiro dei ghiacciai, crolli di massi, frane; il tutto a causa del caldo, dello scioglimento del permafrost e dell’acqua che entra nelle fessure rocciose.

La ricerca è partita nel 2007, si chiama Permasense ed ora i risultati sono stati pubblicati sul «Journal of Geophysical Research».

Edoardo Cremonese, esperto di Scienze ambientali dell’Arpa della Valle d’Aosta, dice a La Stampa:

È la prima volta che abbiamo tutta questa mole di dati. La ricerca degli svizzeri è innovativa perché combina tre fattori, cosa mai fatta prima, e analizza la temperatura, ma anche la contrazione delle rocce e la circolazione dell’acqua all’interno delle fessure della montagna.

Andreas Hasler, team dell’Università di Zurigo:
Certo non sarà domani, ma è ipotizzabile che anche per i crolli si sviluppi un sistema simile a quello dei bollettini valanghe. Se in una zona viene segnalato un problema, possiamo intervenire e con questa tecnologia capire come si potrebbero sviluppare le cose.
Intanto sono state installate 17 postazioni wifi per monitorare in tempo reale le pareti della montagna. Conclusione? Oltre allo scioglimento del permafrost, ci sono fenomeni statici più complessi. Il ciclo caldo-freddo gioca un ruolo fondamentale: in estate le rocce si dilatano e le numerose fratture si riducono, con l’inverno e l’arrivo del gelo riecco le fratture. Ma ciò non basta per spiegare i crolli estivi, pertanto gli elvetici hann posto l’attenzione sull’acqua che, appunto, influenzerebbe il movimento delle fratture.
Impedire i crolli pare impossibile, ma almeno si potrà indicare quando vi è pericolo alto.
fonte: la stampa

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