Il coronavirus minaccia la stagione primaverile in Himalaya
Le Agenzie stanno registrando le prime cancellazioni, soprattutto da Italia e Cina
L’espansione mondiale del coronavirus COVID-19, il numero di persone infette e decedute e la piaga delle cancellazioni di eventi stanno minacciando la stagione delle spedizioni primaverili in Himalaya. The Himalayan Times riporta le prime cancellazioni ricevute da agenzie che gestiscono le spedizioni verso l’Everest, soprattutto da parte di alpinisti provenienti dalla Cina e dall’Italia.
Non solo. Il Tibet potrebbe chiudere. Al momento non vi è alcuna comunicazione ufficiale da parte delle autorità cinesi sulla stagione delle spedizioni su Shisha Pangma, Cho Oyu e parete nord dell’Everest. La decisione di chiudere non sarebbe eccezionale, dal momento che le autorità cinesi l’hanno fatto più volte e con motivazioni varie. Ciò è rafforzato anche dalle tante cancellazioni di eventi sportivi in Cina nelle ultime settimane.
Ma non c’è solo la Cina, anche come clienti sugli ottomila. Una delle nazioni maggiormente presenti ai campi base. Ma anche altri paesi asiatici come il Giappone o la Corea del Sud sono anche tra i più rappresentati soprattutto sull’Everest, sono paesi fortemente colpiti dal coronavirus. E ancora: le agenzia pensano che difficilmente avranno clienti dall’Italia o dall’Iran quest’anno.
A ciò si aggiungono le poche misure di contenimento messe in campo dalle autorità nepalesi, fatto che aumenta la paura nella comunità alpinistica mondiale.