Il presidente Cai Torti: Rifugi, pronti per un inizio con rispetto e intelligenza
Gradualmente si tratterà di andare a riscoprire quello che è possibile fare. Ma la montagna deve continuare a vivere, e deve farlo attraverso il turismo
In questi giorni si sta parlando e ragionando tanto sulla riapertura dei rifugi nel momento in cui si allentano le disposizioni per l’emergenza Coronavirus. Nei giorni scorsi, dopo un articolo di Repubblica sono intervenuti varie associazioni (qui articolo), persone per mettere i puntini sulle i. La questione è delicata, delicata perché dietro i rifugi ci sono persone, famiglie; delicata perché i rifugi chiusi significherebbe comunque, in qualche modo, limitare le uscite in montagna (soprattutto in alta montagna), delicata perché coi rifugi chiusi si avrebbero ripercussioni sull’indotto del turismo montano. E tanti altri motivi…
Sull’argomento è intervenuto, all’Agenzia Dire, il Presidente Generale Cai.
Vincenzo Torti
Anche noi che amiamo la montagna siamo a casa, l’attesa è fortissima e speriamo che presto potremo tornare in montagna. Ma non sarà più come prima, almeno per un certo periodo, e quindi adotteremo nelle attività la distanza tra le persone, la limitazione nei numeri, utilizzeremo altre vie di comunicazione. Insomma adotteremo tutte le accortezze in modo da poter tornare a frequentare la montagna.
Un tema attualissimo è quello dei rifugi, ebbene per i rifugi dove molti pernotti erano in grandi camerate questi non saranno possibili, le camerette dovranno avere un utilizzo limitato. Insomma, gradualmente si tratterà di andare a riscoprire quello che è possibile fare con intelligenza e nel rispetto delle persone. Noi siamo pronti per un inizio con intelligenza e rispetto nell’emergenza, perché l’emergenza è tutt’altro che passata e quindi occorreranno molte più accortezze. Ma la montagna deve continuare a vivere, deve vivere e deve farlo attraverso il turismo.