Chris Bonington è uno scalatore meraviglioso, dalla grande creatività.
Reinhold Messner
Chris Bonington è uno dei più grandi alpinisti al mondo. A più di ottant’anni, non smette ancora di affrontare le cime e se stesso: la montagna è per lui sfida, ricerca del limite, senso della vita.
IL LIBRO
In questa autobiografia racconta la sua storia straordinaria: la famiglia, da cui eredita il temperamento avventuroso; la madre, una donna forte, coraggiosa, anticonformista, che lo alleva con tenerezza e determinazione durante gli anni della guerra; l’attrazione per le vette, un magnete irresistibile che lo allontana prima dalla carriera militare e poi da quella nel marketing, reclamandolo a sé come unico scopo dell’esistenza.
E di qui, le infinite scoperte che la montagna riserva a chi la pratica, la ama, non può farne a meno: la gioia nella conquista di nuove vette; lo sconforto nei fallimenti, dai quali c’è sempre una lezione da imparare; la pazienza nell’aspettare il momento giusto e il coraggio nel coglierlo; il dolore per la perdita di cari amici e compagni di cordata. Nonostante traguardi e record, fama e onori, niente lo ha potuto proteggere dalla malattia che ha condotto Wendy, sua moglie, fonte inesauribile di fiducia e di conforto, a una tristissima fine.
Scalando l’Old Man of Hoy, la torre che sfida tutti i climber del mondo ergendosi fra le onde dell’Atlantico con i suoi centotrenta metri di altezza, Chris porta con sé i suoi ottant’anni, il peso del dolore e un corpo ben diverso da quello con cui aveva affrontato l’impresa quando ne aveva poco più di trenta. Ma giunto in cima, sente di aver capito il senso di questa sfida: fare di ogni giorno un giorno pieno di significato, continuare a camminare, scalare, godersi la vita rendendola più ricca ed emozionante possibile. È a partire da questa consapevolezza che Chris ci racconta come è arrivato fin qui.
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L’AUTORE
Bonington ha un palmares da fare invidia a chiunque: diciannove spedizioni in Himalaya di cui 4 sull’Everest e la prima alla Sud dell’Annapurna e una alla Ovest del K2. Non solo. L’alpinista britannico è stato sul Pilone centrale del Freney, la Torre centrale del Paine, il Changabang, l’Ogre. Nel 2015 insignito del Piolet d’Or alla Carriera. Ha scritto quindici libri.