Intervista a Chhang Dawa Sherpa: “Sul K2 dimostrato il nostro valore”
Abbiamo sentito il capo spedizione che ha coordinato dal campo base il team verso la vetta del K2
Chhang Dawa Sherpa, il capo spedizione (Seven Summit Treks), l’uomo che dal campo base ha coordinato il team alle prese con la prima invernale al K2.
Il 16 gennaio 2021 dieci, anzi undici, nepalesi hanno scritto la storia. Sono arrivati al campo base con diversi team, son quasi tutti sherpa (tranne Nirmal Purja), hanno unito le loro forze. Volevano la vetta a tutti i costi e sono arrivati in cima, mano nella mano, cantando l’inno nazionale nepalese.
Chi sono i nepalesi in vetta?
Tre componenti della spedizione di Mingma Gyalje (egli, Kili Pemba e Dawa Tenjin), sei della spedizione di Nirmal Purja (oltre a lui, Mingma David, Mingma Tenzi, Gelje, Pem Chiiri e Dawa Temba) e infine Sona Sherpa, della spedizione di Seven Summit Treks.
Chhang Dawa Sherpa, il capo spedizione, è stato l’uomo in più. Nato il 30 luglio 1982, Chhang Dawa Sherpa è stato il più giovane e il secondo alpinista nepalese della storia a salire in vetta a tutti i 14 ottomila della Terra. ll primo nepalese a concluderli era stato suo fratello Mingma. Inutile dirlo, insieme a lui detiene anche il record mondiale di “primi fratelli a raggiungere le 14 vette più alte”.
Gli abbiamo rivolto qualche domanda, da Katmandu dove in queste ore tutti i membri del team sono stati accolti come eroi…
Raccontaci brevemente della spedizione?
Prima di tutto, non è facile scalare nessuna delle vette più alte del mondo nella stagione invernale, è qualcosa di inimmaginabile, parlare di esperienze è molto difficile, difficile esprimerlo a parole. Quando raggiungi la cima è incredibile.
Durante il nostro primo tentativo, tutto è stato sistemato nei campi I, II, III e IV ma tutto è volato via a causa del maltempo e del vento forte. Siamo rimasti bloccati al campo base per 2-3 giorni, dopodiché abbiamo programmato di nuovo il prossimo tentativo. E ce l’abbiamo fatta.
Quali sono stati i fattori più importanti nel team per avere successo?
Il fattore più importante è stato il meteo, poi una buona comunicazione e la cooperazione, efficienza del supporto e la forza di volontà.
Cosa ha significato per il popolo nepalese la conquista del K2 in inverno?
È un momento di grande orgoglio per ogni cittadino nepalese. Il Nepal è un piccolo Paese e molte persone in tutto il mondo non conoscono il nostro Paese. Dopo aver conquistato il K2 in inverno è probabile che lo abbiano conosciuti tutti.
Ora cosa cambierà per l’alpinismo nepalese?
Speriamo che questo abbia un messaggio positivo nel mondo e aumenti il numero di turisti sulle montagne nepalesi. Gli alpinisti nepalesi hanno dimostrato che non sanno lavorare solo dietro gli altri ma sono anche in grado di guidare e fare la storia.
Quindi, arrampicare in sicurezza con successo è il miglior messaggio che si può dare al mondo.
LEGGI ANCHE K2, il video degli ultimi metri dei nepalesi verso la vetta