Invernale K2: John Snorri verso il campo base
Giunto a Skardu si è incontrato con Ali Sapdara e dopo gli ultimi preparativi lunedì si metterà in viaggio per il lungo trekking sul ghiacciaio del Baltoro
I piani di John Snorri
John Snorri Stiamo esaminando i preparativi finali per il resto dell’attrezzatura. Non si può dimenticare nulla, perché dopo l’arrivo al campo base impossibile è sostituirlo. Ho una bella sensazione dentro, tutto secondo i piani e questo è importante. Domenica si guida fino ad Askole, 6-8 ore di auto. Poi lunedì mattina presto inizieremo a fare trekking nel ghiacciaio più lungo del mondo, ghiacciaio Baltoro. Ha 63 km di lunghezza. Si stima che ci vorranno 6-7 giorni per raggiungere il campo bace K2.
Traffico sul K2
8000: le prime invernali
L’ultimo a cadere è stato il Nanga Parbat. Dopo ben 25 anni di tentativi. Era il 2016. In vetta Alex Txikon, Ali Sadpara e Simone Moro (Tamara Lunger si è fermata a poco meno di 100 metri dalla vetta).
- Il primo Ottomila ad essere salito in invernale è stato l’Everest. Era il 1980, in vetta i polacchi Krzysztof Wielicki e Leszek Cichy.
- Trascorrono 4 anni e il 12 gennaio 1984, sempre un team polacco sale un altro Ottomila. Il Manaslu. Loro sono Maciej Berbeka e Ryszard Gajewski.
- Nel 1985 ne furono saliti due: il 21 gennaio il Dhaulagiri ed il 12 febbraio il Cho Oyu (8201 mt). Il primo salito da Jerzy Kukuczka-Andrzej Czok ed il secondo da Maciej Berbeka-Maciej Pawlikowski. Sempre i padroni dell’inverno: i polacchi.
- L’anno successivo, l’11 gennaio 1986 ancora Jerzy Kukuczka, ancora Krzysztof Wielicki. I due raggiunsero la vetta del Kangchenjunga per la via normale sulla parete sud-ovest. La spedizione fu funestata dalla morte del polacco Andrzej Czok, che perse la vita a causa di un edema polmonare.
- Poi toccò all’Annapurna. L’Ottomila ad essere statato scalato per primo. La prima invernale risale al 3 febbraio 1987, in vetta sempre lui, Jerzy Kukuczka insieme a Artur Hajzer.
- Nel 1988 l’exloit di Krzysztof Wielicki. Era l’ultimo dell’anno. Il polacco sale in solitaria il Lhotse.
- Poi la corsa si ferma. Dobbiamo attendere ben altri 17 anni dopo impresa di Wielicki. Nel 2005 Simone Moro, con Piotr Morawski, sale lo Shisha Pangma. Inizia una nuova era delle invernali, almeno a livello di bandierina in vetta. Non più solo quella polacca.
- Inizia così la corsa del bergamasco, Moro. Quattro anni dopo lo Shisha Pangma, il 9 febbraio 2009, sale il Makalu, con lui Denis Urubko.
- Si è formata una coppia. Il duo Moro-Urubko due anni dopo, il 2 febbraio 2011, conquista il Gasherbrum II. Con loro l’americano Cory Richards.
- La corsa è ripresa a pieno ritmo. Trascorre un anno e il 9 marzo 2011 tocca al Gasherbrum I. I polacchi rimettono le cose in chiaro. In vetta la nuova generazione, Adam Bielecki e Janusz Golab, sulla via dei Giapponesi.
- Due anni dopo sempre Adam Bielecki, assieme ai connazionali Maciej Berbeka, Tomasz Kowalski e Artur Małek sono in vetta al Broad Peak. Era il 5 marzo 2013, salirono per la via normale sul versante ovest. Anche questa spedizione si tinge di rosso: Maciej Berbeka e Tomasz Kowalski vengono dichiarati dispersi.
- Poi il 2016, tocca, come detto, al Nanga Parbat.