Invernale Nanga Parbat, restano 5 alpinisti… tre italiani
Mackiewicz e Revol dopo il loro tentativo hanno abbandonato il campo base. Notizie non confermata: anche i polacchi di Justice for all avrebbero deciso di tornare a casa. Restano Daniele Nardi, Alex Txikon, Ali Sapdara, Simone Moro e Tamara Lunger
A tentare l’invernale sul Nanga Parbat sono rimasti davvero in pochi. Si contano sulle dita di una mano. Dovrebbero essere Alex Txikon, Daniele Nardi e Ali Sapdara (Kinshofer) e Simone Moro e Tamara Lunger (Messner-Eisendle), entrambe sul versante Diamir. Dei tanti polacchi atterrati sul Nanga Parbat non è rimasto nemmeno uno e attualmente su cinque alpinisti tre sono italiani. Ricordiamo che anche gli altri due polacchi Bielecki e Czech hanno fatto dietro front la scorsa settimana. Questi due sono appena atterrati in Polonia dove hanno tenuto una conferenza stampa.
La notizia non è confermata, ma stando a quanto è trapelato in queste ore pare che Justice for All (via Schell, versante Rupal) abbia deciso di abbandonare. L’altro giorno li davano a 7.500 metri, poi sono ridiscesi al campo base per l’arrivo del maltempo e forti venti. Alla base del loro rinvio (?) ci sarebbero questioni economiche, erano partiti per con risorse limitate ad un tot di tempo.
A lasciare di certo la spedizioni è l’altro team, Tomek Mackiewicz ed Elisabet Revol. Loro ci hanno provato, anzi riprovato. Nulla da fare. Pure loro sono arrivati intorno ai 7.400 metri e dopo una settimana e più in quota sono stati costretti a ridiscendere per i venti, la scarsità di viveri e la stanchezza accumulata dopo 8 giorni di lavoro a quell’altitudine.
I due hanno già lasciato il campo base, diretti a Ser, il nucleo abitato più vicino. Chissà se trattasi di un arrivederci o un addio: il polacco ci ha provato sei volte, la francese tre.
Intanto, pubblichiamo integralmente l’ultimo dispaccio di Daniele Nardi:
Superata la paura di salire le rocce Kinshofer dopo il volo di qualche giorno fa raggiungo finalmente Campo 3.
Alex Txikon e Ali Sadpara sono li con me. Saliamo su come i tre moschettieri di nuovo lungo questa linea che ci ha visto protagonisti l’anno scorso.
Ho salito questa parete anche l’estate del 2008 insieme al fantastico Mario Panzeri.
La notte scorre veloce quando partiti dal campo base saliamo diretti a campo 2.
Non so quante persone lo abbiano fatto in inverno, circa 2000m di dislivello tutti in una botta sola.
Alle 4am partiamo dal campo base 4100m circa e alle 14.00pm siamo su a campo 2 a circa 6150m.
Sono stra-felice mentre mi godo tutti i passaggi delle rocce senza fretta e mentre il sole mi accarezza. Che giornata ragazzi, un sole stupendo senza un filo di vento: me lo aveva detto il mio caro Filippo!
Che uomo, immagino la tensione mentre cerca di garantirmi le migliori previsioni. Lui è il migliore qui al Nanga, non c’è nessuno che può fare previsioni migliori di Filippo Thiery qui al Nanga. Dopo 4 anni di esperienze a stretto contatto abbiamo affinato l’impossibile.
Arrivo al passaggio fatidico, mi attacco alle corde e velocemente le salgo. Un fulmine ed il muro della paura cede. Mi sento oltre le nuvole e mentre mi godo la scalata appare C2.
La notte scorre veloce e mentre Ali prepara l’acqua, io sistemo i sacchi a pelo ed Alex fa qualche bella ripresa.
La squadra è di nuovo al lavoro sinergica e pulita. La mattina dopo partiamo presto con le corde fisse nello zaino, quelle da fissare fino a C3. Non c’è ghiaccio che tiene e veloce andiamo su a fissare la parte più difficile. Metro dopo metro avanziamo. Alex mi aiuta caricandosi sulle spalle un rotolo in più di corde mentre io cerco di terminare la mia acclimatazione.
Loro hanno già fatto due notti a C2 mentre per me è la prima volta così in alto ed i miei polmoni fanno fatica ad abituarsi.
Ansimo e poi passo avanti mentre assicuro Ali che sale da primo. Ancora tre tiri di corda e poi Alex mi da il cambio a soli 60m dal colle del campo 3.
Per una scelta strategica ad un tiro dal colle io mi fermo, comincio la discesa per lasciare le corde libere ai miei due compagni che potranno così scendere più veloci.
La notte incombe su di noi.
Alex ed Ali arrivano al colle a 6700m, danno un occhiata alla via verso C4 e poi velocemente scendono a valle visto che sono le 16.00 passate.
Li aspetto per un po’ sulle rocce ad un paio di cento metri dal colle e quando vedo che sono pronti alla discesa e al sicuro proseguo verso C2. Ci ritroviamo al campo 2 all’arrivo della notte, tutti e tre soddisfatti del lavoro appena fatto.
Festeggiamo, ci manca lo spumante ma abbiamo liofilizzati, un po di prosciutto e formaggio, e la carne di Ali da cuocere alla fiamma del fornello.
La notte scorre veloce. La mattina dopo aspettiamo le 9,30 prima di metterci in movimento. Alle 10am esatte esce il sole che ci aiuta ad asciugare sacchi a pelo e vestiti prima di preparare il deposito di materiale che rimarra al campo. Velocemente facciamo un bel pacco di roba ben ancorato alla piazzola e scendiamo giù verso il campo base.
Tre giornate fantastiche per tre amici che decidono di affrontare le proprie paure ed il Nanga Parbat in inverno.
Il ben meritato tempo del riposo è arrivato, ora al campo base degustiamo la buona cucina del nostro cuoco Muhassin.
A presto
Dan