John Harlin e il tragico volo dalla direttissima dell’Eiger

L'americano morì il 22 marzo 1966 sulla parete nord dell'Eiger, si spezzò una corda. I compagni raggiunsero la vetta e gli dedicarono la via

John Harlin Elvis II (30 giugno 1935 – Eiger, 22 marzo 1966) è stato un alpinista e aviatore statunitense dell’US Air Force, morto sulla parete nord dell’Eiger. Quella parete dove sono state scritte pagine tragiche dell’alpinismo.

Biografia

Laureato all’Università di Stanford, è famoso per aver scalato la parete nord dell’Eiger e la via diretta del Dru sul Massiccio del Monte Bianco. Nel 1966 si prefisse di realizzare l’ascesa della via direttissima, sempre dell’Eiger, ma la rottura di una corda gli provocò una caduta nel vuoto e la conseguente morte. Lo scozzese Dougal Haston, compagno di cordata nella stessa tragica salita, raggiunta la cima per lo stesso percorso studiato dall’americano con un altro alpinista, nonostante la disgrazia, decise di intitolarglielo chiamandolo via Harlin.

La vicenda è stata narrata nel libro Direttissima: The Eiger Assault scritto da Peter Gillman e Dougal Haston. Il figlio dell’alpinista, John Harlin III, che aveva nove anni al tempo della morte del padre, anche lui alpinista, nonché scrittore; nel 2007 Harlin III ha scalato la parete nord dell’Eiger, girando nel contempo un filmato, il tutto in onore del genitore.

Erano gli anni degli alpinisti americani all’assalto delle pareti delle Alpi. Harlin aveva il pallino della direttissima sulla parete nord dell’Eiger: il più possibile al centro della parete.

Un’ossessione chiamata Eiger

Il 20 febbraio, John Harlin, Layton Kor e l’inglese Dougal Haston iniziano la salita. Sulla via c’era anche una cordata tedesca, con uno stile più pesante. Ma il meteo sull’Eiger si sa, è capriccioso. E i team sono costretti a vari bivacchi sulla parete.

Il 9 marzo raggiunsero il Bivacco de la Mort, sopra il secondo nevaio, proprio in mezzo alla parete.

Lì ci sono anche i tedeschi ed è una vera gara quella che si sta organizzando tra le due cordate. Al piccolo Scheidegg, c’è un esercito di giornalisti a scrutare la progressione verso la vetta.

Ma torna il maltempo e Dougal Haston e John Harlin restano bloccati al Bivouac de la mort. I due decisono di scendere. C’è anche Chris Bonington, nel ruolo di fotografo.

A quel punto i due team decisero di unire le forze.

Dalla piccola Scheidegg, arriva la notizia di una finestra di bel tempo.

I team salgono. Il 22 marzo, felicissimo all’idea di vedere il suo sogno realizzarsi, John Harlin afferra le corde fisse e inizia la sua ascesa tra il Bivacco della Mort e l’Araignée.

E poi alle 15:15, stupore per la piccola Scheidegg: Peter Gillman, che osserva l’avanzamento con il binocolo, vede improvvisamente una sagoma rossa in caduta libera sulla parete.

Una caduta di oltre 1000 metri. La corda si è spezzata. È Chris Bonington che ritroverà il corpo di John Harlin ai piedi del muro.

Stordito dalla notizia, Dougal Haston voleva prima rinunciare alla scalata. Poi, nella notte, decide di continuare in onore del suo amico. Ci sono voluti altri tre giorni per raggiungere il loro obiettivo: il 25 marzo Sigi Hupfauer, Jörg Lehne, Günther Strobel, Roland Votteler e Dougal Haston hanno finalmente raggiunto la vetta dell’Eiger per la direttissima.

Quella via porta il nome di Harlin…

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