K2: valanga al campo glaciologico italiano, evacuati
Valanga al campo di lavoro del progetto Ice Memory della spedizione italiana al K2, organizzata per celebrare i 70 anni della prima salita italiana nel 1954.
K2: valanga al campo di lavoro glaciologico
Un grande seracco sommitale si è staccato dalla parete est del K2 ieri l’altro intorno alle 19, precipitando per oltre 3000 metri sull’ampio ghiacciaio Godwin-Austen, al centro del quale era installato, a 5600 metri di quota, il campo di lavoro del progetto Ice Memory.
Pur essendo ad una distanza di oltre un paio di chilometri dal punto di impatto della valanga, in un’area sopraelevata ritenuta sicura, lo spostamento d’aria e i residui del materiale glaciale ha travolto le due tende che ospitavano il ricercatore Jacopo Gabrieli, la guida alpina Paolo Conz, l’operatore Riccardo Selvatico e i tre portatori d’alta quota pakistani, Muhammad Nazir, Muhammad Sharif e Muhammad Ali, che si stavano preparando per la notte.
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Evacuato il campo
Il gruppo, in accordo con il capospedizione, ha deciso di evacuare immediatamente il campo rientrando al campo base, che è stato raggiunto attorno alla mezzanotte. Tutti stanno bene e nei prossimi giorni ritorneranno nell’area per valutare i danni e recuperare le attrezzature.
La missione glaciologica
La missione glaciologica, che rientra nel progetto K2-70 del Club alpino italiano, è impegnata a studiare per la prima volta neve e ghiaccio del Karakorum con l’obiettivo di comprendere gli impatti dei cambiamenti climatici sulla regione e preparare una futura missione Ice Memory sul ghiacciaio Godwin-Austen.
Ice Memory è un progetto di ricerca internazionale riconosciuto dall’Unesco con un duplice obiettivo: raccogliere e conservare campioni di ghiaccio prelevati dai ghiacciai di tutto il mondo che potrebbero scomparire o ridursi moltissimo a causa del riscaldamento globale.
La missione in corso sul K2 è organizzata dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche e dall’Università Ca’ Foscari Venezia, entrambi enti co-fondatori della Ice Memory Foundation, assieme a EvK2CNR, con il supporto della Environmental Protection Agency del Gilgit-Baltistan, Fondazione Università Ca’ Foscari Venezia, con il contributo del Club alpino italiano e del Ministero dell’Università e della Ricerca.