Kristin Harila sui 14 Ottomila in 1 anno e 5 giorni. E non si accontenta…
La norvegese Kristin Harila ha raggiunto la vetta del Cho Oyu. Il vertice il 3 maggio, alle 14:45. È il suo 14° Ottomila. Ci ha impiegato un anno e cinque giorni.
La squadra della spedizione, battezzata “She Moves Mountains”, con Kristin Harila e Viridiana Alvarez, ha raggiunto il Cho Oyu dallo Shisha Pangma, dove hanno raggiunto la vetta (anche con la svizzera Sophie Lavaud e la cinese Dong Hong Juan) il 26 aprile. Vale a dire che in esattamente sette giorni sono scesi dalla cima dello Shisha Pangma, si sono trasferiti al campo base del Cho Oyu e hanno incoronato quest’ultimo.
Con questa cima, Kristin Harila ha scalato i quattordici Ottomila. Lo ha fatto in un tempo record di un anno e cinque giorni, da quando il 28 aprile 2022 ha coronato l’Annapurna. Durante l’anno scorso, ha completato l’ascensione di 12 dei 14, e solo i due Ottomila tibetani sono rimasti in sospeso, poiché non le erano stati rilasciati i permessi dalle autorità cinesi.
Il tempo di 1 anno e 5 giorni è di molto inferiore ai 2 anni, 5 mesi e 15 giorni che alla fine ci ha impiegato Nirmal Purja per completare i suoi 14×8000. Ovvero, il nepalese ha inizialmente annunciato di averlo fatto in circa 7 mesi nel 2019, ma è stato successivamente confermato di non aver raggiunto le vette reali del Dhaulagiri e del Manaslu, che ha dovuto ripetere nel 2021.
Il progetto di Kristin Harila non è finito. Vuole scalare i 14 Ottomila in meno di sei mesi nel 2023. Due sono già in archivio. Ora continuerà con gli altri e poi probabilmente, come da lei dichiarato qualche tempo fa, tornerà sui 2 giganti cinesi per bissare i 14 Ottomila.
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Ma questa, alla quale gli sherpa lavano anche le mutande, conosce almeno di nome Silvia Vidal?
Kristin Harila usa da sempre due portatori d’alta quota perchè lei, di suo, non si sa muovere in montagna. Semplicemente non la conosce e si sta facendo l’esperienza sui giganti del mondo. È passata dalla corsa alla salita degli Ottomila (da un record a un altro record) senza nulla di intermedio. Non c’è pensiero nuovo, esplorativo in quello che fa. Ma quello che mi irrita di più è che ha chiamato le sue spedizioni “She Moves Mountains”, scopiazzando alla lettera il titolo di una campagna di North Face, del 2018, che voleva ispirare giovani donne ad essere visibili e rappresentate. La voce della campagna era Hilaree Nelson, una donna di ben altra statura, alpinista e umana. Per chiarire riporto le parole di Emily Harrington, altra fortissima alpinista, ” Hilaree Nelson va ricordata per avere inequivocabilmente aperto alle alpiniste la possibilità di essere tutto quello che vogliono essere. Ha creato qualche cosa di completamente nuovo. Ha rotto pregiudizi con quell’unica combinazione di grazia e coraggio che appartengono solo ai veri leader.” Hilaree Nelson era un’esploratrice a tutto tondo. Kristin Harile contribuisce al suo narcisismo e al suo ego…