L’AAJ: Revol e Mackiewicz in vetta al Nanga Parbat
A nove mesi di distanza, a nove mesi dai tragici fatti del Nanga Parbat, quando perdette la vita il polacco Tomek Mackiewicz e il salvataggio della francese Elisabeth Revol da parte di Denis Urubko e Adam Bielecki, arriva l’ok alla vetta raggiunta da parte dell’American Alpine Journal. All’indomani del salvataggio la francese raccontò che entrambi avevano raggiunto la vetta attraverso un nuovo percorso e che i problemi si erano verificati durante la discesa attraverso la via normale.
Sorsero dubbi, nessuna prova. Una impresa difficile, di quelle da vera essenza dell’alpinismo. Elisabeth Revol diede tutte le informazioni a Lindsay Griffin, che ha appena pubblicato i suoi rapporti nella American Alpine Journal (autorevole magazine di settore), condito con le informazioni di Rodolphe Popier (Database dell’Himalaya), Eric Vola, Krzysztof Wielicki, Piotr Packowski e il generale Muhammad Khalil Dar.
Ed è così. I due, la francese e il polacco, hanno aperto una nuova via, seguendo i ltentativo del 2000 di Reinhold Messner , Hanspeter Eisendle, Hubert Messner e Wolfgang Tomaseth. I quali raggiunsero quota 7.500.
Anche un team austriaco ci provò nel ’91, un altro, sempre austriaco nel 2008. Entrambi non superarono i 7.700 mt. Mackiewicz e Revol avevano alle spalle parecchi tentativi sul Nanga Parbat. Nel 2018 iniziarono a seguire la stessa linea, raggiungendo alla fine la via Kinshofer, seguendola sino in vetta.
Una bella e triste storia dell’alpinismo. Mackiewicz è rimasto lì, sulla “sua” montagna. Voleva quella vetta, a tutti i costi, aveva in testa il suo modo di vivere l’alpinismo. Ha coronato il suo sogno ma i problemi di vista ed edema cui fu soggetto in fase di discesa gli sono costati cari. La vita. Revol ha rischiato congelamenti, perdita di arti. Ma le è andata bene.
Resteranno per sempre nella memoria quei giorni drammatici…