Lago di Barrea, il Pnalm tenta la via del protocollo con l’Enel
Riceviamo e Pubblichiamo:
Le preoccupazioni del WWF sono le stesse del Parco
Il WWF Abruzzo, attraverso i mezzi di comunicazione, è tornato a sollevare la propria preoccupazione per il periodico abbassamento del livello dell’acqua nell’invaso artificiale di Barrea, gestito dall’Enel, e chiede che il Parco metta al primo posto della sua agenda questa problematica, realizzando un accordo con il gestore per garantire il funzionamento dell’impianto, le imprescindibili misure sulla sicurezza e l’esigenza di conservazione degli ecosistemi tutelati anche da convenzioni internazionali.
Il lago di Barrea, infatti, pur essendo un invaso artificiale, ricade nella Zona di Protezione Speciale (ZPS) e nel Sito d’Importanza Comunitaria (SIC) del Parco nazionale, sulla base delle direttive europee habitat e uccelli; dal 1976, inoltre, è una delle zone umide – unica in Abruzzo – tutelata dalla Convenzione di Ramsar. Ciò nonostante, si ripete da sempre, periodicamente, l’abbassamento del livello delle acque che determina un indubbio impatto dal punto di vista paesaggistico, produttivo, per le attività turistico-sportive che si svolgono sulle sponde del lago, e naturalistico, per le piante e le specie animali che intorno al lago e nel lago vivono o transitano durante le migrazioni. Malgrado le proteste elevate negli anni, nulla è cambiato nella gestione dell’Enel. Non a caso, esattamente un anno fa, su richiesta del Presidente del Parco, si tenne presso la Prefettura dell’Aquila un incontro con ENEL per affrontare la problematica e, soprattutto per avviare una gestione dell’invaso che si facesse carico delle esigenze di tutela ambientale, considerato il valore dell’area.
Pertanto, vorrei chiarire che il Parco è già impegnato in un’azione che per la prima volta apre una strada di confronto con Enel per individuare le possibilità di un accordo, esattamente nella direzione auspicata dal WWF Abruzzo nel suo comunicato.
Le problematiche legate alla gestione dell’invaso non attengono semplicemente al livello delle acque del lago ma alla sua gestione complessiva, compreso le componenti a valle dello sbarramento. Nonostante la difficoltà di ricomporre un quadro chiaro della situazione, considerata fino ad oggi la pressoché totale esclusione del Parco da ogni iniziativa da parte del gestore, financo per gli aspetti semplicemente informativi, negli ultimi mesi abbiamo realizzato un’iniziale interlocuzione con i dirigenti della società preposti all’impianto finalizzata alla definizione di un primo protocollo sperimentale che stabilisce i livelli del lago nei diversi periodi dell’anno.
Lo schema di protocollo, che non è stato ancora sottoscritto, è stato approvato dal Consiglio direttivo nella sua ultima seduta e assume il valore di una prima sperimentazione. Ci sono molte componenti che dovranno essere ulteriormente approfondite: dal progetto di gestione, alla sperimentazione del deflusso minimo vitale, al monitoraggio ambientale, alla necessità di sottoporre a Valutazione d’incidenza gli interventi di gestione ordinaria che, per la conformazione del lago, determinano di fatto il prosciugamento di gran parte dell’invaso per alcuni mesi dell’anno. Sulla valutazione d’incidenza il Parco ha richiesto alla Regione Abruzzo, autorità competente, di chiarire la necessità della stessa e eventualmente di attivarsi di conseguenza.
Il lavoro da fare è lungo e complesso. Non siamo che all’inizio. Sarà necessario il coinvolgimento di tanti, a cominciare dai Comuni interessati, ai portatori di interesse, agli organismi tecnico-scientifici, come ISPRA, con il quale abbiamo avviato un primo confronto.
Antonio Carrara
(Presidente PNALM)