Marmolada: tragedia che ha cambiato la visione della montagna

Il 3 luglio 2022 il distacco di un seracco provocò undici morti e nove feriti

Marmolada: due anni dalla tragedia, dal distacco del seracco di Punta Rocca che provocò undici vittime e nove feriti. Erano le 13.43 del 3 luglio 2022, precipitarono a valle 63.300 metri cubi di materiale a una velocità di 50-80 metri al secondo. Giù roccia e detriti per circa 2,2 km. Devastante. Tragico. Oggi l’area è monitorata costantentemente dalla Provincia autonoma di Trento, che opera con radar e droni anche in collaborazione con Università e Cnr.

Canazei ricorderà chi perse la vita con una messa celebrata alle 18 dal parroco don Mario Bravin nella chiesa parrocchiale. Alle 21 Al cinema Marmolada la proiezione del documentario “Marmolada 03.07.22”, un evento promosso in collaborazione con il Comune di Canazei e l’associazione Ensema per Cianacei.

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Marmolada: il ricordo della Provincia di Trento

Il presidente Maurizio Fugatti Il ricordo di un evento così imprevedibile, che ha colpito non solo le famiglie direttamente coinvolte, ma l’intera provincia e il Paese, è vivo e forte nella nostra mente. Bisogna riconoscere e onorare il coraggio e la dedizione degli operatori della protezione civile. Che senza esitazione hanno messo a rischio le loro vite per soccorrere i feriti e recuperare resti e reperti in quota. Il loro impegno e la loro professionalità sono stati fondamentali. Dimostrando una volta di più la grande sinergia tra le diverse strutture operative che hanno lavorato fianco a fianco per affrontare l’emergenza. La nostra solidarietà rimane forte con le famiglie delle vittime e con tutti coloro che hanno sofferto a causa di questo evento. Ricordiamo con rispetto e gratitudine, e continuiamo a lavorare insieme per rafforzare la nostra resilienza di fronte a eventi naturali. Per proteggere le nostre comunità e preservare la memoria di chi non c’è più.

Il ricordo della SAT

Il presidente SAT Cristian Ferrari “L’imprevedibile tragedia della Marmolada è riuscita a portare in modo crudo e violento all’attenzione della società civile e al mondo dell’alpinismo la realtà e gli effetti del cambiamento climatico anche alle alte quote.
Il crollo ha costretto tutti ad un cambio di paradigma nell’approccio alla montagna, riscoprendone rischi, pericoli, limiti, ma anche valori dimostrati dalla gente di montagna, dai professionisti della montagna che in modo silenzioso e partecipe si sono caricati sulle spalle questa tragedia aiutando le famiglie a portarne il grande peso in tutta la lunga fase dei soccorsi”.

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