- Fu lei la prima donna che ottenne il diploma di Guida Alpina in Svizzera. Da allora esempio di coraggio e tenacia
Nicole Niquille, la pioniera. Fu lei la prima donna che ottenne il diploma di Guida Alpina in Svizzera. Era il 1986. Spianò la strada ad altre alpiniste. Un esempio allora, un esempio ancora oggi per la sua forza, la sua tenacia, il suo credere in un obiettivo da raggiungere.
Nicole Niquille da circa 30 anni si trova su una sedia a rotelle. Questa estate, aiutata da un gruppo di 16 alpiniste su una slitta speciale Orthotec è tornata su un 4000. Il Breithorn. Per Nicole la felicità, il respirare l’aria sottile, l’allungare lo sguardo da lassù, come lei stessa ha raccontato, è stata gioia pura, una gioia che non provava da decenni.
L’incidente
La vita di Nicole cambiò all’improvviso, tragicamente. Accadde nel 1994 mentre andava per funghi: una piccola pietra come una noce dall’alto le colpì la testa. Da allora non riuscirà mai più a muovere bene le sue gambe e la mano destra. Inizia così una vita in sedia a rotelle. All’inizio, come ha raccontato l’alpinista, non riusciva più a parlare delle montagne senza piangere. Presa dalla disperazione. Poi capì che doveva credere in altri obiettivi. Altri sogni. Sì limitata nel corpo, ma la sua mente era libera, forte. Inizia così la sua attività di gestrice di un ostello in montagna nelle Alpi vallesane, insieme al marito. Poi ha un altro sogno nel cassetto, aiutare la gente del Nepal. E così costruisce un ospedale a Lukla.
I sogni continuano…
Nicole ora vive a Charmey, nella regione della Gruyère, in Nepal ci va regolarmente. Per l’ospedale, ma non solo. Lì pratica trekking a cavallo. Ma alle montagne ha dovuto rinunciare. Alla neve, al ghiaccio. Alle cime. Quello che ha sempre pensato è che non sarebbe mai più salita sulla vetta di una montagna. Figuriamoci di un 4000. Poi le cose accadono per caso. O forse no. Nella vita quel che dai ricevi.
Progetto Breithorn
Caroline George, guida alpina, lo scorso anno in occasione del 100% Women Peak Challenge organizzato da Svizzera Turismo la incontrò e le propose l’idea di salire sulla vetta di una montagna delle Alpi. Era mossa, insieme alle altre che hanno accolto l’invito, a volerle restituire qualcosa come ringraziamento per averle ispirate a credere nei loro sogni.
E così 16 alpiniste provenienti dalla Svizzera e dai Paesi vicini hanno formato una cordata di solidarietà per Nicole Niquille. Oltre a Caroline George, tra le altre, c’erano la freerider Elisabeth Gerritzen, la presidente dell’Associazione svizzera delle guide alpine Rita Christen, Heidi Hanselmann (presidente della Fondazione svizzera per paraplegici), l’alpinista italiana Anna Torretta.
La macchina organizzativa subito si è mossa anche grazie all’apporto di Claudine Zibung di Zermatt Tourismus.
Chi è Nicole Niquille
Nicole Niquille, nata il 13 maggio 1956 a Friburgo, è cresciuta a Charmey, nel distretto della Gruyère, nel bel mezzo delle Prealpi friburghesi. All’età di diciotto anni è stata vittima di un incidente in moto, che le ha lasciato quasi strappata la gamba sinistra, trattenuta solo dal muscolo del polpaccio. A causa di molteplici operazioni, è dovuta rimanere diversi mesi in ospedale. Nel 1975 è stata introdotta all’arrampicata da sua sorella gemella, Françoise. Successivamente incontra Erhard Loretan, con il quale condividerà la sua vita. Con lui parte per molte spedizioni, sia sulle Alpi che in Himalaya. Nel 1985 tentò anche la vetta del K2, sempre con Erhard Loretan, ma dovette rinunciare a circa 7.600 mt a causa dell’inizio di una trombosi. Non si diede per vinta nemmeno allora. L’anno successivo era di nuovo in Himalaya per tentare la scalata dell’Everest.
Poi il corso di guida alpina dove dovette dimostrare davvero il suo valore, gli esperti non le davano tregua. Ce la fece, divenne la prima donna a ottenere il diploma di guida alpina in Svizzera.
Ha scritto libri e partecipato a documentari.
La tragedia l’8 maggio 1994, quando perse l’uso delle gambe. Mentre raccoglieva i funghi con l’allora marito e un amico, un sasso delle dimensioni di una noce la colpì al centro della testa e le fratturò il cranio; ebbe una commozione cerebrale che la lasciò paralizzata e le causò problemi di memoria. La sua riabilitazione durò venti mesi.
Poi, come detto, ha rilevato un ristorante al lago Tanay. Lì ha incontrato l’uomo che è diventato il suo secondo marito. Insieme hanno gestito l’ostello per 14 anni. Lì assumettero il fratello della prima donna a scalare l’Everest, Pasang Lhamu Sherpa. Fu allora che i due svizzeri decisero di sostenere l’associazione creata in memoria della giovane e, nel 2005, venne aperto un ospedale a Lukla, ai piedi del versante nepalese dell’Everest. Il suo nome è “Pasang Lhamu & Nicole Niquille Hospital”.