Mont Ventoux, la prima ascensione mistica del poeta Petrarca
Era il 26 aprile 1336 quando salì sul massiccio montuoso della Provenza denominato anche Il Gigante e il Monte Calvo. Oggi Riserva Mab e tappa del Tour de France
Il Mont Ventoux è un massiccio montuoso della Provenza, in Francia, la cui cima raggiunge i 1.912 metri s.l.m., situato a 20 km in linea d’aria a nord-est di Carpentras, abbastanza lontano e isolato dalle altre cime della regione, soprannominato dai francesi il “Gigante della Provenza” o anche il “Monte Calvo”.
Classificato Riserva della biosfera dall’UNESCO, nell’ambito del progetto “MAB” (Man and Biosphere), presentando una geologia e una flora particolari, nonché una fauna assai ricca, fanno parte di questa anche le limitrofe prealpi di Vaucluse, il Plateau d’Albion e le caratteristiche Gorges de la Nesque, profonda incisione fluviale in roccia carsica. La piana e i colli alla base del Ventoux sono rinomati per il vino (Côtes du Ventoux) e le uve da tavola.
È tappa del Tour de France
Il suo nome
Il nome sembrerebbe derivare da “vento”: il Maestrale (il Mistral in francese), soffia infatti sul suo crinale sommitale con continuità e grande violenza, raggiungendo e superando spesso i 160 km/h (la velocità massima raggiunta dal Mistral fu di 313 km/h, registrata il 20 marzo 1967) per poi diffondersi nella pianura sottostante, sino al mare.
Ma un’interpretazione più moderna e approfondita assegna l’origine del nome Ventoux al lemma pregallico ventur, poi passato nella lingua occitana, che significa “colui che si vede da lontano”. Numerosi studi e testimonianze d’epoca danno ormai pieno credito a questo etimo da molti anni. Anche nelle locali lingue provenzale e occitano il Monte non è chiamato Ventoux, bensì “Ventour”.
Nella storia
La prima ascensione di cui è rimasta traccia è quella effettuata a scopo mistico dal Petrarca il 26 aprile 1336, lungo il boscoso versante settentrionale. Egli descrisse l’impresa nella lettera Ascesa al monte Ventoso.
Nel XV secolo sulla cima fu costruita una cappella dedicata alla Santa Croce.
Fin dal XII secolo, i cantieri navali di Tolone hanno utilizzato gli alberi che crescevano sui suoi pendii. Il monte fu rimboscatonel XIX secolo con la discutibile introduzione di Pini neri d’Austria e di Cedri, oggi largamente contestata da botanici ed ecologi. La parte sommitale è sprovvista di vegetazione arborea e arbustiva a causa del vento e delle vaste pietraie, specialmente sul versante aprico. Ospita dal 1882 un osservatorio meteorologico. Ai piedi della montagna, sul lato Sud-ovest, si trova la celebre cappella romanica di S. Maria Maddalena, edificata attorno all’anno 1000.
L’esplorazione scientifica del Ventoux
Nel Settecento iniziarono le ascensioni-esplorazioni di diversi studiosi, fra i quali si ricordano principalmente:
- Il padre gesuita Antoine-Jean Laval (1664-1728), matematico e astronomo salì in vetta il 25 e 26 giugno 1711 portando con sé strumenti vari per misurare l’altezza del monte e la sua collocazione geografica.
- Antoine de Jussieu (1686-1758), botanico compì l’ascensione il 10 e l’11 aprile del 1711 interessandosi in particolare della flora e delle nuove specie vegetali che trovò nei pressi della cima.
- Il medico Michel Darluc salì nel 1778. Si interessò degli aspetti botanici e geografici della montagna.
- Jean-Henri Fabre (1823-1915), famoso entomologo, visitò le falde del Ventoux venticinque volte, ma solo in due occasioni raggiunse la cima. I suoi interessi erano molteplici, ma i suoi studi prevalenti furono, naturalmente, quegli sugli insetti.
fonte: wikipedia, foto: summerinprovence
Visto il titolo dell’articolo, non sarebbe male inserire il testo di quella famosa lettera del Petrarca, nella quale racconta la sua ascensione.