Monte Orsaro (Tosco-Emiliano), via alpinistica invernale Scivolo Est
Monte Orsaro (1819 m) – Scivolo Est
Dislivello 180 m (580 m complessivi da Lagdei)
Difficoltà F+
Periodo consigliato dicembre-marzo
Attrezzatura ramponi, una piccozza, casco
Introduzione
Il Monte Orsaro e il Monte Braiola sono tra le poche montagne della Lunigiana a presentare vie alpinistiche invernali percorribili con una certa continuità durante tutta la stagione. Entrambe le cime hanno infatti versanti esposti ad ovest, riparati dal sole per numerose ore, soprattutto nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio. Le vie descritte si inoltrano in ambienti selvaggi e solitari e quindi, nonostante le difficoltà contenute, non devono essere sottovalutate.
Avvicinamento
In prossimità del Rifugio Lagdei si seguono i segnavia del sentiero 727 in direzione del Lago Santo e del Rifugio Mariotti. Guadagnando quota con piccoli tornanti si giunge al bivio in località Ponte Rotto. Ignorato il sentiero 723 che piega a sinistra verso il lago, si mantiene la destra e
si raggiunge immediatamente l’antico manufatto in rovina. Tralasciati i segnavia del sentiero 723, si sale ancora nel bosco fino a giungere ad un altro crocevia. Trascurate le indicazioni del sentiero 727A, si affronta l’ultimo tratto di salita nel bosco (spesso già ramponi ai piedi) fino a raggiungere la conca che ospita la Capanna Schiaffino (o del Braiola, 1610 m), chiusa tra il Monte Marmagna, il Monte Braiola e il Monte Orsaro. Durata 1,15 h, Difficoltà EE.
Salita
Dalla Capanna Schiaffino si torna verso valle sul sentiero 727 fino al bivio con il 727A. Seguendo, per poche decine di metri, i segnavia di quest’ultima traccia si giunge (poco dopo un piccolo rio) ad una porzione di bosco dove, guardando a sinistra, è possibile intravedere un pendio nevoso aperto, segnato da un colatoio. Senza traccia obbligata si punta in questa direzione e si esce in pochi minuti sugli aperti pendii della parete est del Monte Orsaro, dove è possibile salire sulla direttrice voluta, senza incontrare mai pendenze troppo elevate (max 40°), uscendo sulla cresta sud oppure direttamente in vetta.
Discesa
Per lo stesso itinerario.
Punti d’appoggio
– Rifugio Mariotti (1508 m). Cai Parma. Aperto nei fine settimana da ottobre a maggio. Info: 0521.889334, 349.2260668, www.rifugiomariotti.it
– Rifugio Lagdei (1250 m). Aperto nei fine settimana da ottobre a maggio. Info: 0521.889353, 333.2443053, www.rifugiolagdei.it
– Capanna Schiaffino (o Capanna del Braiola, 1610 m). Apertura permanente. Ricovero d’emergenza
L’tinerario è tratto dalla Guida:
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Appennino di neve e di ghiaccio Vol. 1
Guida alpinistica a 313 vie invernali
nell’Appennino Tosco-Emiliano Settore OvestAutore: Andrea Greci
Editore: Idea Montagna
Argomento: alpinismo
Collana: Rock&Ice
Prezzo di copertina: 27,00 euro
Formato: 15×21 cm
Pagine: 464 a colori
ISBN: 978-88-97299-49-3La guida più completa per vivere l’inverno nelle zone più belle dell’Appennino Tosco-Emiliano Occidentale: ben 313 vie alpinistiche, alcune dei quali poco note, suddivise in schede con descrizione dettagliata dei percorsi di avvicinamento e salita, difficoltà e foto a colori con tracciato della via.
La guida prende in considerazione 313 vie scelte in Val Magra, Conca del Braiola, Conche del Lago Santo e delle Guadine, Conca di Badignana, Conca dei Lagoni, Valditacca, Conca del Lago Verde, Conca di Prato Spilla, Monte Acuto, Conca dei Ghiaccioni, Alpe di Succiso, Vallone di Rio Pascolo, Monte Casarola, Conca delle Sorgenti del Secchia, Monte Ventasso, Vallone dell’Inferno, Conca di Cerreto Laghi, Monte Cavalbianco, Lama di Rio Re, Lama di Mezzo, Val Ovola, Monte Cusna, Alpe di Vallestrina, Conca della Valcalda, Lama Lite, Valle dei Porci, Abetina Reale, Lunigiana, Orecchiella, Casone di Profecchia.
La guida si compone di 30 capitoli, corrispondenti alle zone dei 30 gruppi montuosi considerati e prende in esame il tratto di crinale Tosco-Emiliano Occidentale compreso tra il Passo del Cirone (Parma – Massa Carrara) e il Passo delle Radici (Reggio Emilia ñ Lucca) operando non tanto una selezione degli itinerari più meritevoli ma cercando di catalogare tutte le vie alpinistiche possibili, montagna per montagna, versante per versante. Qui la neve trasformata, dura e ghiacciata è la regola e non l’eccezione e quindi quasi tutti i pendii, i canali, le creste diventano terreno privilegiato per un alpinismo “minore” esplorativo e affascinante. Le difficoltà tecniche sono quasi sempre ridotte ma altrettanto frequentemente non banali.