Nelle librerie “Tra i castagni dell’Appennino” di Francesco Guccini
E’ un viaggio metaforico e pure reale quello in treno fino a Pàvana lungo la ferrovia Porrettana. Una conversazione, di questo trattasi per avvicinarsi nel modo più autentico allo spirito delle canzoni e dei luoghi di Francesco Guccini. In carrozza l’antropologo Marco Aime e il cantautore… a fine corsa ecco “Tra i castagni dell’Appennino”, edito Utet, appena arrivato nelle librerie. Tra le pagine scopriamo i ricordi più̀ personali di Guccini, ricordi insoliti e inaspettati attinti da una vita intera tra musica e poesia.
Il libro, dal sottotitolo “Conversazioni con Francesco Guccini”, è anche un viaggio nella memoria, che ripercorre l’evoluzione artistica ed esistenziale dell’artista. Dalle osterie alle influenze letterarie e politiche, da quelle più intimiste sino a giungere ai suoi live che possiamo definire dei veri e propri rituali collettivi.
“Per me scrivere canzoni voleva dire raccontare la propria esistenza, le proprie vicende – afferma Guccini -. Non convivo spesso con la malinconia. Non è una mia caratteristica, se non forse nel momento del ricordo, perchè il ricordo a volte immalinconisce. Il fatto è che noi il futuro non lo conosciamo e il presente è fugace, quindi viviamo soprattutto nel passato, nel ricordo. Ma quando poi le racconto, queste cose, le vesto sempre di ironia”.
L’autore.
Marco Aime, è docente di Antropologia Culturale presso l’Università di Genova, ha condotto ricerche sul campo in Benin, Burkina Faso e Mali. È autore di numerose pubblicazioni, tra cui: ‘La casa di nessuno. Mercati in Africa occidentale’ (Bollati Boringhieri, 2002), ‘Il primo libro di antropologia’ (Einaudi, 2008), ‘Una bella differenza’ (Einaudi, 2009), ‘Cultura’ (Bollati Boringhieri, 2013), ‘Etnografia del quotidiano’ (Elèuthera, 2014) e, insieme a Gustavo Pietropolli Charmet, ‘La fatica di diventare grandi. La scomparsa dei riti di passaggio’ (Einaudi, 2014).