“No ai pullman turistici nell’area protetta dell’Etna”

Cai Sicilia e altre associazioni hanno presentato ricorso al Tar per chiedere l'annullamento dell'autorizzazione

No ai pullman turistici nell’area protetta del Parco dell’Etna. Cai Sicilia e altre associazioni(Wwf Sicilia Nord-Orientale, Lipu, Ente Fauna Siciliana, Federescursionismo, Assoguide e Lagap) hanno presentato ricorso al Tar per chiedere l’annullamento dell’autorizzazione all’ingresso di pulman fuoristrada turistici nella Zona A dell’area protetta, vietato dal Decreto Istitutivo del Parco.

Gli ambientalisti Un’involuzione culturale, è un’autorizzazione insensata e, riteniamo, illegittima.

Autorizzazione

L’ingresso di mezzi motorizzati su tre turni, per un totale di sei passaggi al giorno per 120 persone,  fanno sapere i ricorrenti, lungo un percorso autorizzato di 25 km all’interno del Parco dell’Etna. Di questi, 24 sono in Zona A, ovvero nell’area di massima tutela: da Piano dei Grilli (comune di Bronte) fino al rifugio della Galvarina, poi lungo la Pista Altomontana fino al Rifugio di Monte la Nave (comune di Maletto).
Questo il contenuto dell’autorizzazione n. 324/21 dell’Ente Parco concessa ai Comuni di Bronte e di Maletto per l’ingresso, a fini turistici, di pullman fuoristrada nell’area protetta siciliana.

Il Decreto Istitutivo del Parco vieta l’ingresso

Cai Sicilia e di altre associazioni, come detto, hanno fatto ricorso al Tar di Catania per l’annullamento.

È chiaro il divieto contenuto nel Decreto Istitutivo del Parco naturale dell’Etna, che vieta l’ingresso di mezzi motorizzati in Zona A di Parco, se non per servizio e sorveglianza vulcanica», scrivono le associazioni, che con questa azione intendono difendere «l’ultima area intatta del Parco naturale, la zona dei paesaggi incontaminati, dove il Parco naturale conserva i suoi massimi valori e dove è possibile praticare tutte le forme di escursionismo (a piedi, in bici, a cavallo). Non certamente quello su grossi mezzi a motore (che alla fine saranno dei normali mezzi a gasolio Euro 6) all’interno dell’area di massima protezione, oltretutto riconosciuta e tutelata dall’Unescco come patrimonio dell’Umanità.

 

fonte

 

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