Pianura Padana tra le zone più inquinate d’Europa
Lo studio di The Guardian e gli ultimi dati dell'Aea fotografano la drammatica situazione del Nord Italia e in generale di tutto il Continente
“La Pianura Padana colpita da un inquinamento atmosferico fra i peggiori d’Europa”, questo il titolo del reportage dedicato da The Guardian alla situazione ambientale nel nord del Belpaese.
Il quotidiano propone una mappa in tutto il continente europeo. Nel servizio, la popolazione della Pianura Padana, e in primo luogo i cremonesi, denunciano come la vita stia diventando insopportabile a causa dell’inquinamento provocato da industria, traffico d’auto, allevamenti intensivi di maiali e pollame e i rifiuti da questi prodotti.
In questo territorio, non solo le emissioni inquinanti sono eccessive, ma restano intrappolate nel grande avvallamento padano creando un “effetto serra” che non consente all’aria di circolare. Così, il particolato fine e altre sostanze gravemente nocive ristagnano nel territorio inquinando costantemente l’aria respirata dai cittadini della zona.
Guardian Più di un terzo delle persone che vivono nella valle e nelle aree circostanti respirano aria quattro volte oltre il limite delle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per i particolati più pericolosi nell’aria.
Mentre i tentacolari poli industriali di Milano e Torino sono noti da tempo per lo smog, Cremona, capoluogo di provincia di circa 60.000 abitanti, è emersa come una delle città con la peggiore qualità dell’aria in Europa in una classifica pubblicata quest’anno dall’Agenzia europea dell’ambiente (Aea).
La cattiva qualità dell’aria, incalza l’indagine, è stata collegata a 50.303 morti premature in Italia nel 2020.
Aea La maggior parte si sono verificate a Milano, Cremona è la provincia italiana con la più alta percentuale di decessi – tra 150 e 200 per 100.000 residenti – attribuiti al particolato fine, o PM 2.5.
Le prime province europee per concentrazione di particolato fine Pm2.5 nell’aria sono Milano, Cremona e Monza, con valori superiori a 21 milligrammi ogni metro cubo, oltre 4 volte superiori ai limiti stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), pari a 5 µg/m³.
Ma la situazione del nostro Paese è molto particolareggiata. L’inquinamento dell’aria cambia molto tra le diverse zone della penisola soprattutto per due ragioni: diversa industrializzazione; diversa conformazione del territorio.
In generale, in tutta Italia quasi un quinto della popolazione (più di 10 milioni di persone) respira aria con una concentrazione di particolato fine superiore ai 20 microgrammi.
In Europa
I dati non sono preoccupanti solo per gli italiani. Infatti, la ricerca condotta da Openpolis insieme ad altre 6 redazioni dello European data journalism network (Edjnet), sotto la direzione di Detusche Welle, dimostra che più del 98% della popolazione europea vive in zone dove la concentrazione di Pm2.5 supera i limiti stabiliti dall’Oms.
Ci sono solo 7 Paesi europei dove si respira aria con concentrazione di Pm2.5 inferiore alla soglia di 10 µg/m³ in ogni zona. Sono Svezia, Danimarca, Finlandia, Estonia, Malta, Irlanda e Lussemburgo. Nel complesso, sono appena 7,5 milioni le persone che respirano aria con una concentrazione di Pm2.5 inferiore ai 5 µg/m³.
Al contrario in Ungheria e Slovacchia oltre il 99% del territorio presenta una concentrazione di particolato fino superiore ai limiti Oms.
Le conseguenze sull’uomo
L’Oms è chiara: l’inquinamento atmosferico è il principale fattore di rischio per la salute in Europa. Questo dato trova conferma nella valutazione “Air Quality in Europe 2022” dell’Agenzia europea dell’ambiente. Secondo l’Aea, nel 2020 almeno 238.000 cittadini europei sono morti prematuramente a causa dell’esposizione al Pm2.5. Inoltre, l’inquinamento atmosferico derivante dall’ossido di azoto ha causato 49.000 morti premature nell’Unione, mentre altre 24.000 sono attribuite all’esposizione all’ozono.
E oltre alle perdite di vite umane premature, l’inquinamento dell’aria provoca anche altre conseguenze: a partire dai gravi dissesti naturali e al fatto che i problemi di salute pesano sul sistema sanitario.
fonte: ansa, adnkronos