Piolet d’Or: quale impresa italiana ti è piaciuta di più?

Il nostro sondaggio sui Piolet d'Or 2019. In corsa c'erano 7 imprese italiane

AGGIORNAMENTO

Ecco i vincitori dei Piolets d’Or 2019. Annunciate oggi le 4 imprese vincitrici. La cerimonia si terrà il 19 settembre al Ladek-Zdroj Mountain Festival (Polonia).

A vincere l’Oscar dell’alpinismo i cechi Marek Holecek e Zdenek Hák con la salita sul Chamlang; gli americani Alan Rousseau e Tino Villanueva per Tengi Ragi Tau; gli americani Mark Richey, Steve Swenson, Chris Wright e Graham Zimmerman per Link Sar e i giapponesi Kazuya Hiraide e Kenro Nakajima per Rakaposhi. Queste le migliori imprese targate 2019. Nessun italiano, erano 7 le spedizioni in corsa.

Le 4 imprese vincitrici

foto: Andy Houseman, autunno 2012; American Alpine Journal, Piolets d’Or 2020

Marek Holecek e Zdenek Hak (Rep.Ceca), per  UFO Line (2.500 m, WI5, M6) su parete nord-ovest CHAMLANG (7.321 m), nel Mahalangur Himal (Nepal)

Fin dalla prima volta che l’ha vista nel 2001, Marek Holecek ha sognato di scalare la grande parete nord-ovest del Chamlang. Altri avevano condiviso lo stesso sogno e, dopo più di una mezza dozzina di tentativi, il versante era diventato uno dei più ambiti. Quando Holecek e Zdenek Zák sono arrivati ​​nella primavera 2019, sulla parete vi era poca neve e molto ghiaccio duro.

Da un bivacco a 5.300 metri sul ghiacciaio i due cechi hanno puntato ad una diretta alla vetta. Il quarto giorno, una volta in vetta dalla cresta orientale, hanno bivaccato 80 metri al di sotto. Il 21 maggio raggiunsero la vetta e poi trascorsero il resto della giornata orientandosi sulla via dei Giapponese sulla cresta Sud, che si rivelò più difficile del previsto. Ci vollero altri due bivacchi – ed erano senza cibo – e una discesa su pendenze complicate e con scarsa visibilità sino a valle.

La via è stata chiamata UFO Line in onore di Reinhold Messner e Doug Scott, che nel 1981, con Sherpa Ang Dorje e Pasang, furono i primi a scalare la parete nord del Chamlang e a raggiungere una delle vette secondarie. Là videro perplessi un oggetto a forma di scatola che volava sopra di loro, luccicante nel sole di mezzogiorno.

 foto: Tino Villanueva/American Alpine Journal, Piolets d’Or 2020

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alan Rousseau e Tino Villanueva (USA), per Release The Kraken (1.600 m, AI5, M5 +) sulla parete ovest del TENGI RAGI TAU (6.938 m), nel Rolwaling Himal (Nepal)

Nel 2012, durante la loro prima spedizione in Himalaya, Alan Rousseau e Tino Villanueva effettuarono la prima salita del Langmoche Ri sulla cresta nord del Tengi Ragi Tau. Camminando sulla parete ovest del Tengi Ragi Tau, rimasero affascinati dalla sua imponenza verticale e decisero di tornare nel 2014 per tentare una linea diretta, salendo fino a circa 6.500 metri.

Nel 2019, dopo aver attraversato il Tashi Laptsa ed essersi accampati sul ghiacciaio Drolambo, i due  hanno salito i primi tiri in drytooling e dopo tre bivacchi in vetta. Difficile la  discesa lungo la stessa linea di salita. L’apertura su una delle più spettacolari pareti inviolate del Rolwaling è stata la ricompensa per la tenacia di queste due guide alpine.Hanno firmato la seconda salita assoluta di questa difficile montagna, e la prima in stile alpino.

. Foto: Matteo Della Bordella / American Alpine Journal, Piolet d’Or

Mark Richey, Steve Swenson, Chris Wright e Graham Zimmerman (USA), per la prima salita attraverso la parete sud-est (2.300 m, AI4, M6 +, 90º) del LINK SAR (7.041 m), nella Cordillera del Masherbrum (Pakistan)

Meta ambita nel Karakorum orientale pakistano: il Link Sar aveva visto almeno otto tentativi prima del 2019. Le difficoltà non si limitano alla scalata: è complicato anche ottenere i permessi, a causa dei conflitti tra India e Pakistan.

Steve Swenson tentò per la prima volta il Link Sar nel 2001 con un forte team americano, e poi di nuovo, dopo diversi tentativi senza esito, nel 2017 con Chris Wright e Graham Zimmerman. Dopo aver individuato una linea di salita, i tre decisero di ritornarvi nel 2019 con Mark Richey.

Raggiunsero la cima sei giorni dopo aver lasciato il campo base avanzato, comprese 36 ore di tormenta. Il giorno di vetta, Swenson fu vittima di una caduta di 35 metri per una valanga. Più di due giorni per la discesa.

foto: Kenro Nakajima, American Alpine Journal, Piolets d’Or

Kazuya Hiraide e Kenro Nakajima (Giappone), dalla parete sud e dalla cresta sud-ovest (4.000 m) del RAKAPOSHI (7.788 m), Pakistan

La regione di Hunza, nel Karakorum pakistano, conta una serie di montagne imponenti di poche centinaia di metri più basse degli 8.000 m. Una delle più spettacolari è il Rakaposhi, scalato per la prima volta attraverso la cresta sud-ovest nel 1958. La parete meridionale della montagna – che conduce alla cresta  sud-est –  era ancora inviolata.

Nel 2019, dal campo base a 3.660 metri situato sul ghiacciaio, Kazuya Hiraide e Kenro Nakajima effettuarono un primo giro di ricognizione scalando la parete sud fino a 6.100 metri per acclimatarsi e verificare la linea di salita.

Alla loro seconda uscita, ci vollero tre giorni di sforzi in neve fresca, per raggiungere il campo a 6.800 metri sulla cresta sud-est, dove furono costretti a fermarsi due giorni per il maltempo. Quindi raggiunsero la vetta, tornando a quota 6800 in giornata. Il giorno successivo ripercorsero la medesima via, scesero al campo base.

Sebbene il percorso non raggiunga le alte difficoltà tecniche delle altre tre salite premiate, la sua enorme lunghezza,  l’impegno e lo stile della salita di Hiraide e Nakajima su una montagna raramente scalata,  rendono l’impresa altrettanto degna di una Piccozza d’Or 2020.

 

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Piolet d’Or, ecco chi è in corsa per gli Oscar dell’alpinismo 2019. In pratica il massimo riconoscimento nel mondo della montagna. La cerimonia è in programma nel Ladek Mountain Film Festival in Polonia, dall’11 al 22 settembre 2020.

Italiani in corsa

Ci sono parecchi italiani in corsa per il 2019. Una bella notizia, conferma che il movimento italiano è in continuo fermento.

Loro sono

  • Matteo della Bordella, Luca Schiera e Matteo de Zaiacomo per apertura via nel mese di settembre di Cavalli Bardati (800m, 7b) sull’inviolata parete ovest del Bhagirathi IV (6.193 m, India).
  • La prima salta dalla cresta est-nordest Chareze Ri North (5.959 mt) di Davide Limongi, Federico Martinelli, Enrico Mosetti, Federico Secchi e Luca Vallata. La via denominata Jullay Temù (1.000 mt, V+ 70°).
  • Cala Cimenti prima salita e discesa in sci del versante nordest del Gasherbrum VII (700m, D+, 60°).
  • Tomas Franchini per la prima salita dalla parete sudest e dalla cresta nordest del Lamo-she, 6.070 mt nel massiccio del Tatsienlu, Cina. La via è Wild Blood (1.500 mt, WI5 M5+ V 90°).
  • Due salite di Simon Messner: la prima in Karakorum sull’inviolato Black Tooth (6.718 mt), cima secondaria della Torre Muztagh (ha aperto una via WI5+ M5) insieme all’austriaco Martin Sieberer; la seconda Raperonzolo (WI6+, M7+), via di ghiaccio e misto aperta sulle Dolomiti (Sass de la Crusc) insieme a Manuel Baumgartner.
  • Parole Sante (1.050 mt, VIII A1) via sulla parete nord del Sassolungo. Loro sono Aaron Moroder e Titus Prinoth.
  • Davide Cassol e Luca Vallata sulla parete nordovest del Civetta (Dolomiti), hanno aperto Capitani di Ventura (700m, VIII- A1).

 

(per votare clicca prima sul riquadro della spedizione scelta e poi su VOTA)

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Le altre salite Piolet d’Or

  • Nella lista figurano anche Hansjörg Auer, David Lama e Jess Roskelley per l’apertura di una via (1,345m, WI6) sull’Howse Peak, in Canada. I tre sono morti a causa di una valanga durante la discesa.
  • C’è anche un Ottomila e riguarda Denis Urubko. Sul Gasherbrum II (parete sudovest), dove ha aperto Honeymoon (1,935m, TD WI3 M6).
  • La cordata di Brette Harrington, Ines Papert e Luka Lindič per la prima salita Sound of Silence (1,100m, WI5 M8) della parete est del Mount Fay (3.235 mt), Canada.

Le salite nominate riguardano la maggior parte delle regioni montane del mondo, tutte salite in stile alpino e senza l’utilizzo di attrezzature perforante.

L’elenco contiene decine di salite e di arrampicatori poco conosciuti, nonché molti dei più grandi nomi del mondo dell’arrampicata.

Da tenere d’occhio

  • La prima salita di Link Sar (7.041 metri), Pakistan, di Steve Swenson, Graham Zimmerman, Mark Richey e Chris Wright;
  • La salita di Dmitry Golovchenko e Sergey Nilov (anche se non in cima) della parete est di Kumbhakarna (nota anche come Jannu), Pakistan (7.710 metri);
  • Due salite di Marek Holeček e dei suoi partner: la prima salita della parete nord-ovest di Chamlang (7.321 metri), Nepal, con Zdeněk “Hook” Hák; e la prima salita su una nuova linea sulla parete est di Huandoy Norte (6.360 metri), in Perù, con Radoslav Groh.

 

L’elenco completo delle salite significative

 

Il Piolet d’Or alla Carriera

Il Piolet d’Or alla Carriera è andato a Catherine Destivelle.

 

leggi anche Catherine Destivelle prima donna a vincere il Piolet d’Or alla Carriera.

 

Emergenza Covid

Gli organizzatori Siamo abbastanza fiduciosi che il nostro Piano A – per tenere un evento fisico nei quattro giorni del 19-22 settembre. Ma il nostro Piano B, nel caso in cui un nuovo scoppio di COVID-19 impedirà l’evento, i Piolet d’Or si terranno online per un periodo di tempo più lungo.

 

 

I vincitori nel 2018 Piolet d’Or

Le salite vincenti dal 2018 sono state la prima salita solista di Lunag Ri, in Nepal, da parte di David Lama; Prima salita solista di Hansjörg Auer nel Lupghar Sar West, Nepal; e Tom Livingstone, Aleš Česen e Luka Stražar prima salita di una nuova linea e prima salita da nord di Latok I, Pakistan (seconda salita generale della vetta).

L’elenco 2019

L’elenco delle salite significative è stato compilato da Lindsay Griffin, Senior Editor dell’American Alpine Journal; Dougald MacDonald, caporedattore dell’American Alpine Journal e Rodolphe Popier del Club Alpin Francais.

 

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