Reinhold Messner Re degli Ottomila per sempre
Sono state settimane di accese discussioni e polemiche. Ma ora Eberhard Jurgalski (8000ers.com) dice che Reinhold Messner può continuare a fregiarsi del titolo di “Re degli ottomila” e che non ha mai cercato di cambiare la storia dell’alpinismo.
Messner era stato cancellato recentemente dal Guinness dei primati perché, diceva lo storico dell’alpinismo, non aveva raggiunto, con Kammerlander nel 1985, la vetta vera e propria dell’Annapurna. L’avrebbero mancata di pochi metri.
Messner, a riguardo, è stato secco: Sciocchezze, le montagne lassù cambiano nel tempo, il nostro obiettivo non sono i record ma il senso del vero alpinismo e dell’esplorazione, aggiungendo che certi personaggi cercano notorietà sulla fama degli altri.
Messner È ridicolo che persone che non sono alpinisti, e non hanno mai salito nemmeno un “3000” delle Alpi, si permettano di giudicare e bocciare quello che ho fatto.
Per Messner, come ha ribadito a più riprese, l’alpinismo è stile, arte, pareti, non solo vette.
In campo sono scesi in tanti, come ricorderete. Lo stesso Ed Viesturs che, a quel punto, risultava come primo salitore dei 14 Ottomila: ha rinunciato al podio più alto, spendendo parole di ammirazione per il Re degli Ottomila. Anche l’UIAA (Federazione internazionale di Alpinismo) ha preso posizione ufficiale: “Rigettiamo il tentativo di alterare la storia dell’alpinismo”.
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Ora Jurgalski corregge il tiro e dice di ritenere giusta una “zona di tolleranza” in prossimità di alcune vette. Dice che i giornalisti tedeschi hanno tradotto in maniera errata una parola dall’inglese e che gli altri giornalisti non sono andati a fondo della questione ma sono stati superficiali. Più o meno suona così.
Può darsi. Ci chiediamo, però, se pure Messner si sia fermato ai titoli dei giornali o se sia andato a fondo prima di dire la sua, se anche gli altri alpinisti e tutti gli altri che sono intervenuti nella vicenda abbiano fatto la stessa cosa, se la stessa UIAA abbia studiato bene le carte prima di diramare una nota ufficiale…
Abbiamo scritto – alcune settimane fa – al Guinness dei Primati per capirci meglio, ma ad oggi non abbiamo riscontro.
Da dove nasce tutto questo casino?
8000.ers, con i suoi collaboratori sparsi, ha lavorato per anni ad un una rivisitazione delle imprese sugli Ottomila. Ed ha stilato nuovi elenchi; quindi, se si è capito bene, in futuro, il Guinness dei primati dovrebbe avere un elenco distinto per i moderni collezionisti di vette (il nuovo elenco includerà solamente coloro che, secondo le ultime misurazioni, possono dimostrare di essere saliti sulla vetta vera e propria di tutti gli Ottomila. E in questa nuova lista il primo è appunto l’americano Ed Viesturs).
Ed è proprio questo che volevamo chiedere al Guinness: ci saranno più elenchi? Quello vecchio è stato cancellato e quello nuovo ha preso il suo posto? Oppure resterà in vigore l’elenco storico e questa rivisitazione la si è fatta per il gusto di farla? A riguardo Jurgalski scrive: “Eravamo e siamo convinti che i risultati delle nostre indagini siano corretti e dovrebbero essere semplicemente pubblicati per rispetto del lavoro sacrificativo dei ricercatori nel corso degli anni”.
E voi che senso dareste al fatto di avere due Guinness, uno storico e uno moderno? Anche a fronte del fatto che si accettano i 190 metri di tolleranza in merito alle vette vere e proprie (o, come dice Messner, le vette a quelle altitudini fatte di neve e ghiaccio cambiano negli anni)?
Parliamo di imprese immense, di esplorazioni da primo uomo, di persone che hanno dato tutto per l’alpinismo e al genere umano, arrivando dove la scienza diceva che era impossibile arrivare.
Degli intoccabili!
La nota pubblicata su 8000.er
La stampa tedesca non ha tradotto correttamente la parola inglese “legacy” usata nel comunicato stampa originale, ma l’ha tradotta erroneamente in “obsoleto” (in tedesco), e questo è lontano da quello che si intendeva. La traduzione sbagliata è apparsa più tardi anche sulla stampa internazionale. Beh, in realtà avrebbe dovuto essere chiaro che né 8000ers.com né Guinness volevano – o potevano – cancellare quei titoli.
Vorremmo anche sottolineare che Guinness non ha determinato, dal nostro punto di vista, i cambiamenti necessari, ma solo 8000ers.com. Sono stati ben pensati attraverso le proposte, come gestire l’ovviamente il passggio passato-futuro. Guinness ha appena raccolto e pubblicato i record rivendicati confermati da noi.
La stampa di lingua tedesca – che non ha letto nulla sulla dichiarazione dettagliata di 8000ers.com – ha immediatamente percepito uno scandalo e l’ha pubblicata direttamente senza verifiche. Onestamente, nessuno ha tolto alcun titolo o importanza meritata a Jerzy Kukuczka, Gerlinde Kaltenbrunner o a Reinhold Messner. Non c’era nemmeno una parola su questo nel comunicato stampa.
Le informazioni dettagliate sulla ricerca, pubblicate sotto forma di tabelle e documenti pdf dettagliati, dovevano mostrare i risultati di uno studio lungo, accurato e condiviso collettivamente.
Eravamo e siamo convinti che i risultati delle nostre indagini siano corretti e dovrebbero essere semplicemente pubblicati per rispetto del lavoro sacrificativo dei ricercatori nel corso degli anni, che include anche alpinisti esperti, coinvolti nel processo.
La “tavola di riconoscimento storico” era in realtà intesa come un “ponte amichevole che collega e separa due epoche”. Siamo convinti che rimarrà il tavolo storico più importante nella storia dei alpinisti di 14 8.000 metri e che dovrebbe essere il tavolo finale rispettoso. È valido per sempre e si basa su una zona di tolleranza di 190 m.
Si ritiene che molti degli scalatori del passato siano stati sul punto più alto delle cime di 8.000 m. Quelle salite erano storicamente accettate e non volevamo cambiarle, volevamo solo classificarle in base al nostro lavoro di ricerca.
Con l’apparizione del fenomeno Nirmal Purja, quell’era precedente dovrebbe essere considerata storicamente finita, come un’eredità storica alpina. Da ricordare che uno degli obiettivi di questo grafico al momento della sua pubblicazione nel 2022 era quello di cercare aiuto dalla comunità per riempire tutti gli spazi vuoti elencati come “nessuna prova” (che non significano forzatamente nessun vertice!).
La precedente tabella “nuova” è in realtà solo una tabella di transizione in cui i risultati dei ricercatori appassionati sono mostrati per rispetto, ma hanno anche un valore storico retrospettivo e sono molto informativi per diverse prospettive in futuro.
La terza tavola è progettata per i collezionisti di vette attuali e futuri, il team è pienamente consapevole delle differenze radicali esistenti tra le pratiche sportive di questa nuova era e l’alpinismo esplorativo tradizionale per il quale lo stile conta prima di tutto. Considerando l’assenza di feedback da parte delle istituzioni alpine dal 2021, si basa su alcune semplici regole ampiamente riconosciute e accettate da anni, e già eseguite da molti scalatori. Il più semplice di questi è: il vertice è il vertice.
Questi scalatori dovranno scalare la vera vetta poiché sanno già dove si trova grazie al nostro lavoro.
Il fatto che Edmund Viesturs sia stata la prima persona a scalare effettivamente i 14 8000 fino al punto più alto dell’ultima era merita almeno una menzione e dovrebbe anche essere onorato. Il fatto che così cancelli il vecchio record è solo la fantasia dei giornalisti superficiali…
Infine, vorrei concludere che tutto era ben intenzionato e senza alcuna intenzione di riscrivere la storia o annullare le salite storiche; forse non è stato comunicato nel modo migliore, ma anche interpretato male e riassunto in modo ambiguo da alcuni. Si sta ancora lavorando su un rapporto più dettagliato con tutti gli aspetti e le prospettive, e sarebbe utile se ora si guardasse da vicino le tre tabelle leggendo anche i titoli rendendosi conto che dal punto di vista di un cronista, l’intera ricerca era un gigantesco dilemma passato-futuro che si verificava in un contesto di cambiamento senza precedenti.
IL COMUNICATO INTEGRALE E GLI ELENCHI