Reinhold Messner: Scarpone di Günther? Conferma quanto detto. Sono in pace
Il ritrovamento del secondo scarpone di mio fratello Günther sul versante Diamir del Nanga Parbat è solo la conferma della conferma e di quanto io ho sempre detto.
Lo dice all’Ansa Reinhold Messner, accusato all’epoca da alcuni alpinisti di aver abbandonato suo fratello sull’ottomila, mentre lui ha sempre sostenuto che Günther è stato travolto da una valanga sul versante Diamir.
Ora il ghiacciaio ha restituito anche il secondo scarpone. Io sono in pace con me stesso e con l’intera vicenda, i dietrologi ci saranno sempre, ma questo non importa.
Ritrovato sul Nanga Parbat,dopo 52 anni, il secondo scarpone di Günther Messner. A darne notizia è Reinhold Messner mediante il suo profilo instagram.
È stato trovato ai piedi del ghiacciaio del Diamir dalla gente del posto.
Gunther Messner
Günther Messner morì sul Nanga Parbat nel giugno 1970, travolto da una valanga durante la discesa dalla vetta. Insieme al fratello Reinhold l’aveva raggiunta dal versante Rupal senza ossigeno supplementare. Scesero dal versante Diamir.
Reinhold Messner cercò invano il fratello per tre giorni, riportando numerosi congelamenti che gli impedivano di camminare, poi a fatica scese a valle, dove venne salvato dagli abitanti del luogo. In modo fortuito incrociò i componenti della sua spedizione che nel frattempo avevano smantellato il campo base ritenendo morti i due fratelli altoatesini, senza aver effettuato alcun tentativo di ricerca o di soccorso.
Le polemiche
Successivamente Herrligkoffer lo accusò di aver causato la morte del fratello sacrificandolo per la propria ambizione, sostenendo in pratica che Reinhold avesse abbandonato Günther, ormai allo stremo delle forze e in condizioni di salute precarie, sulla parete Rupal, per poter raggiungere comunque la vetta.
Gli altri componenti della spedizione, Max von Kienlin e Hans Saler, pubblicarono in seguito un libro in cui sostenevano che Reinhold avesse fatto scendere il fratello dalla parete Rupal, riservandosi per sé la discesa dal versante Diamir, per diventare così il primo alpinista a scendere in solitaria per quel versante attraversando il Nanga Parbat.
La ricerca del fratello
Reinhold fu molto sconvolto dall’accaduto, e l’anno successivo organizzò una spedizione alla ricerca dei resti del fratello, che però non riuscì a ritrovare. Nel 2000, alla base della parete Diamir, fu ritrovato un osso umano, che successive analisi del DNA dimostrarono appartenere a Günther.
Il corpo di Günther fu ritrovato dalla popolazione locale nel 2005, sulla parete Diamir, a 4600 metri di quota. La posizione del corpo confermava il racconto di Reinhold sulla morte del fratello. Reinhold, recatosi sul posto, riconobbe il corpo dai capelli e dall’abbigliamento.
I resti furono bruciati, secondo l’uso tibetano, ma Reinhold riuscì a far uscire dal paese uno scarpone contenente alcune ossa, nascosto in uno zaino; l’analisi del DNA su queste ossa confermò che si trattava proprio dei resti di Günther.
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