Sicurezza in montagna, il punto di vista delle Guide Alpine
Si aprono tra 10 giorni a Riva del Garda gli Sports Safety Days, due giornate di incontri che porteranno allo stesso tavolo diversi professionisti, esperti ed appassionati a discutere del tema della sicurezza nel mondo outdoor. Non potevano mancare le Guide alpine italiane che interverranno a tutti e tre gli incontri in programma tra il 29 e il 30 settembre.
Nella prima giornata, dalle 15 alle 18.30, il tema sicurezza sarà declinato sui siti, gli itinerari e gli attrezzi necessari per praticare gli sport outdoor, con un focus sulle vie ferrate, le falesie per arrampicate, i bike park, i canyons e i sentieri. Un incontro particolarmente interessante per le amministrazioni pubbliche, le associazioni, i professionisti del settore e le aziende specializzate. Alla tavola rotonda parteciperà la Guida alpina Davide Anchieri, vicepresidente del Collegio Nazionale.
“La premessa da non dimenticare è che il rischio zero nell’ambiente naturale non può esistere – spiega Anchieri -. I rischi sono oggettivi e soggettivi: i primi negli ambienti chiusi non dovrebbero esserci, perché ovviamente non può cadere un sasso in una palestra indoor, mentre i rischi soggettivi rimangono e su questi lavoriamo con la formazione. All’esterno invece, oltre ai rischi soggettivi che sono maggiori rispetto all’interno, i rischi oggettivi determinati dall’ambiente rimangono e variano in base al luogo. Detto questo, il Collegio nazionale delle Guide alpine italiane ha stilato delle Linee guida che prima di tutto classificano i luoghi in base ai rischi oggettivi presenti. Le Linee guida sono a disposizione di tutti e hanno come scopo quello di essere una chiave di lettura del territorio su cui si pratica l’arrampicata, anche in riferimento agli investimenti che le pubbliche amministrazioni intendono fare. Oltre all’arrampicata, le linee guida pongono attenzione anche alle ferrate e ai sentieri attrezzati, che, rispetto ai siti d’arrampicata, godono di un più ampio panorama legislativo“.
Il secondo appuntamento sarà la mattina del 30 settembre, dalle 10 alle 13 con un focus sulle sale da arrampicata. Tra i relatori ci sarà Nicola Tondini, che porterà il suo punto di vista maturato dall’esperienza di Guida alpina e di direttore della palestra d’arrampicata King Rock a Verona.
“Per arrivare a ridurre al massimo i rischi – dice Tondini -, a mio avviso la soluzione può venire solo dal buon esempio degli istruttori che formeranno gli utenti. Bisogna partire dall’esempio di chi forma: se nelle sale di arrampicata indoor Guide alpine, istruttori FASI o del CAI operano in maniera precisa, attenendosi all’utilizzo perfetto dell’attrezzatura, come dei freni, il loro comportamento verrà imitato in senso corretto. Se invece sono loro i primi a non mettere in campo tutti gli accorgimenti importanti, questo cattivo esempio farà danni. Penso che il futuro sia condividere un concetto di sicurezza ampio nell’ambito dell’arrampicata sportiva con tutte le realtà interessate e che fanno formazione in questo ambito”.
L’ultimo appuntamento si terrà nel pomeriggio del 30 settembre, dalle 14 alle 18, con un dibattito sulla gestione del rischio nelle aree sciabili – dedicato soprattutto ai gestori di impianti sciistici e aree sciabili, ai maestri di sci e alle Guide alpine, al soccorso alpino e al soccorso piste. Per le Guide parlerà Daniele Fiorelli, presidente della Commissione tecnica nazionale.
“Lo scialpinismo e il freeride non sono solo attività sportive e di fitness ma richiedono più consapevolezza– spiega Fiorelli -. Il nocciolo della questione è riuscire a far capire che è necessario rispettare il luogo in cui ci si trova, se stessi e gli altri, a maggior ragione in un comprensorio sciistico. Se il freerider scende su un pendio che finisce su una pista e stacca una valanga coinvolge i tanti che si trovano in pista; se lo scialpinista in salita esce fuori dal bordo, entra in pista e investe qualcuno o viene investito fa un danno. Di queste questioni ancora non si parla abbastanza: succede di vedere di domenica con le piste piene, tantissimi scialpinistici che pretendono di salire nell’area del comprensorio, forti di una presunta superiorità rispetto allo sciatore che ha pagato lo skipass, per via della fatica fatta in salita. Oltre ad imparare la gestione del rischio è necessario imparare a comportarsi, essere consapevoli, conoscere cosa ci sta intorno.”
Guide Alpine