Simon Gietl e il fascino della montagna
Simon Gietl, una passione smisurata per la montagna. Così si presenta l’alpinista e guida alpina altoatesina sul suo sito web…
Mi chiamo Simon Gietl e sono un alpinista e guida alpina per passione. Le montagne mi hanno affascinato. Mi affascinano e mi ispirano e hanno sempre in serbo per me nuove sfide. Vivo il mio sogno di alpinista e sono semplicemente felice quando sono in montagna…
È nato il 5 novembre 1984, vive in Valle Aurina. La scoperta della montagna? A 18 anni. In modo causale, durante un autostop da parte di un tizio che gli dà un passaggio per Brunico. Questi gli racconta della sua giornata alle Tre Cime di Lavaredo, di cosa ha vissuto, cosa ha provato. Il giovane Simon scende dell’auto con una consapevolezza… deve scoprire la montagna!
Prima di diventare guida alpina e alpinista professionista ha lavorato come contadino nella fattoria di famiglia, poi falegname e anche panettiere. Ha una compagna e due figli.
Il suo è un alpinismo pulito, tradizionale, veloce, solitario ed ha portato a casa imprese degne di note. Ha scalato in Himalaya, Groenlandia, Patagonia, Canada…
Le spedizioni di Simon Gietl
Sulle Alpi è di casa, sono come una droga, ha raccontato in una intervista. Ha inanellato salite su salite. Nel 2006 col fratello Manuel apre Fine, tart and spicy sulla parete ovest del Casteletto alla Tofana di Rozes. Nel 2009 apre una nuova via sulla parete sud-ovest di Cima Scotoni. Sul Sassolungo, sul Gruppo del Sella. Nel febbraio 2011 sull’Eiger, insieme a Roger Schäli, per la via Heckmair in 4 ore e 25 minuti.
Inverno e velocità. Queste due cose lo affascinano e su questo si perfeziona. Il terreno da testare diventano le Tre Cime di Lavaredo, proprio quelle montagne che la mente lo riportano a colui che anni addietro gli diede quel passaggio. Con Roger Schäli, nel marzo 2012 realizza la prima traversata invernale. Ci impiegano 16 ore. Nell’estate 2012, con avvicinamento in bici, Gietl scala le Nord delle Tre Cime in 24 ore. Nel dicembre 2016 è ancora lì, stavlta con Vittorio Messini, ripetendo al trilogia delle Nord in sole 5 ore e 45 minuti. E poi ancora, ancora… Nel 2019 in solitaria. La traversata.
Nel mezzo le spedizioni (vedi link in alto). Nel 2015 insieme a Bubu Bole e Silvo Karo porta a casa la seconda ascensione sul Cruz del Sur, Perù. Due anni dopo, con Vittorio Messini, una nuova via di misto sulla parete nord-est della punta Shivling, Himalaya indiano.
nel 2016 vince la Grignetta d’Oro per la sua visione di alpinismo, oltre che per le sue imprese.
E poi ancora Dolomiti. Nel 2022 la prima traversata invernale e solitaria del Catinaccio, l’anno successivo Identitat nelle Dolomiti di Sesto; da solo e per la quale vince il Premio Silla Ghedina. E altro ancora. Come la nuova linea sul Sass Pordoi, ancora con Messini. Insomma, inarrestabile. In Valle di Tures, ancora Sassolungo, la Nord Agner sino ad arrivare alla scorsa estate quando, insieme a Dani Arnold, ha scalato tre pareti nord delle Dolomiti di Sesto in meno di 24 ore.