Soccorso alpino, dal 1° gennaio si paga anche in Piemonte
La delibera regionale è entrata in vigore dal 1° gennaio e prevede vari casi e tariffe di pagamento. Soddisfatti gli assessori Valmaggia e Saitta
Soccorso alpino a pagamento: via anche in Piemonte. Dopo la Lombardia, anche la Regione Piemonte, infatti, ha deciso di mettere un freno agli interventi immotivati o provocati da imprudenza. Dal primo gennaio è scattato il ticket che sarà pagato da chi chiamerà i soccorsi in maniera totalmente immotivata. Per le altre chiamate è stato stabilito un limite massimo. L’idea è quella di creare un effetto deterrente.
“Un maggior coordinamento del Soccorso Alpino con il servizio di elisoccorso del 118 – ha affermato l’assessore alla Montagna, Alberto Valmaggia – consentirà di migliorare ulteriormente gli interventi alle persone in difficoltà in montagna e nelle zone impervie. La compartecipazione introduce un elemento di responsabilità personale volto a prevenire situazioni causate da imprudenza e superficialità”.
La delibera è scatta dal 1° gennaio e riguarda, appunto, le modalità di compartecipazione al costo degli interventi di soccorso in zone impervie decise dalla Giunta regionale.
Ai non residenti in Piemonte viene richiesto un diritto fisso di chiamata di 120 euro ed un costo al minuto di volo di 120 euro per l’elisoccorso, mentre per l’intervento del Soccorso alpino si applica un diritto fisso di chiamata per ciascuna squadra di 120 euro, più 50 euro per ogni ora successiva. Per tutti (residenti o non residenti in Piemonte) il costo dell’intervento va corrisposto per intero in caso di chiamata totalmente immotivata (ad esempio uno scherzo) o che genera la ricerca di persone disperse a causa di un comportamento irresponsabile; nel caso di chiamata causata da utilizzo di dotazione tecnica non adeguata o dalla scelta di percorsi non adatti al livello di capacità o al mancato rispetto di divieti, la compartecipazione arriva fino ad un massimo di 1000 euro, fermo restando la non applicazione in caso di ricovero del paziente in reparto od in osservazione breve intensiva in Pronto soccorso.
Il rilevamento delle condizioni spetta agli equipaggi intervenuti. Non sono soggette a compartecipazione le spese per il recupero di una salma.
“Abbiamo voluto introdurre anche in questo importante settore – ricorda l’assessore alla Sanità, Antonio Saitta – un principio di appropriatezza, in modo che il servizio venga utilizzato solo per far fronte a reali emergenze e a chiamate fondate su motivazioni serie. Così come per tutti gli altri ambiti della nostra sanità, anche in questo caso le risorse risparmiate verranno utilizzate per il miglioramento dei servizi per i nostri cittadini”.
Fino al 2015, infatti, il soccorso alpino era stato sempre gratuito.
Il soccorso alpino a pagamento in Italia è attualmente in vigore in Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Veneto e dallo scorso anno anche in Lombardia. In Abruzzo se ne sta discutendo in Regione.