Sventolano più Bandiere Verdi sulle Alpi

Legambiente assegna 23 Bandiere Verdi (+4) e 10 Nere nel 2024...

Alpi: sono 23 le Bandiere Verdi (10 le Bandiere Nere) che nel 2024 sventolano sull’arco alpino, ovvero +15,7% rispetto allo scorso anno (19). Primato indiscusso per il Piemonte che, per il sesto anno consecutivo, resta re indiscusso premiato con 5 Bandiere Verdi, a seguire Valle D’Aosta (4), Lombardia (4)…

Legambiente: Le buone pratiche premiate oggi sono una risposta concreta a crisi climatica e spopolamento, ma non bisogna abbassare la guardia come ci ricordano le 10 bandiere nere e la ferita al ghiacciaio Teodulo.
Appello al Governo: più servizi per la montagna anche per aiutare quei giovani  che decidono di lasciare le città per lavorare e vivere nelle zone montane.

Le Bandiere verdi sono il riconoscimento che Legambiente assegna ogni anno all’arco alpino per comunità, territori, cittadino, associazioni e amministrazioni capaci di puntare su sostenibilità e innovazione dando un nuovo futuro ai luoghi montani, minacciati da crisi climatica e spopolamento abitativo.
Il Piemonte, come detto, si conferma per il sesto anno consecutivo, re indiscusso, seguito da Valle D’Aosta, Lombardia, con rispettivamente 4 bandiere, Veneto Friuli Venezia Giulia con 3 bandiere a testa, e poi da Trentino, Alto Adige, e Liguria, tutti con una bandiera.

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Bandiere Verdi: i premiati

I premi durante l’VIII Summit Nazionale delle Bandiere Verdi in corso sino a domani a Chiavenna (Sondrio). In primo piano agricoltura, turismo consapevole e convivenza uomo-natura anche con i grandi predatori; questi i grandi filoni delle 23 bandiere verdi di quest’anno.
Per il filone agricoltura, tra i premiati, si va ad esempio, dal progetto piemontese REACTION che mette al centro la manutenzione dei castagneti attraverso una gestione sostenibile delle biomasse residuali della filiera del castagno; alla Valchiavenna (SO) dove sei realtà attive sul territorio – la Comunità Montana della Valchiavenna, l’Asfo di Piuro, il Consorzio Forestale di Prata, l’Associazione Amici della Val Codera, l’Associazione Patate di Starleggia e Amici della Patate di Starleggia, l’Asfo di Fraciscio Valchiavenna – sono impegnate nel recupero dell’agricoltura montana e nella valorizzazione delle varietà agronomiche locali.

Per il filone turismo consapevole, si va dal trekking letterario, in Veneto, con l’Alta Via dell’Orso, ideato dallo scrittore padovano Matteo Righetto insieme all’associazione turistica di Colle Santa Lucia, all’Alta Via dei Monti Liguri (GE) e nella vicina val Borbera (AL) dove con il Cammino dei Ribelli si sta rilanciando una terra spopolata e bellissima. In Piemonte il turismo passa anche dalla riqualificazione edilizia, il comune di Moncenisio (TO) è in prima linea per il recupero e la trasformazione delle Casermette, che insieme all’Ecomuseo “Le terre al Confine”, costituiscono il potenziale fulcro di un processo di rinascita per il territorio.
Per il filone convivenza uomo-grandi predatori tra gli esempi virtuosi c’è quello del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi con il progetto “Convivere con il lupo si può” e il progetto Pasturs dove lavorando insieme ai pastori si affrontano i problemi della monticazione. A questi si aggiunge l’importante intervento della Regione Piemonte che con il “Pagamento compensativo per le zone forestali Natura 2000” contribuisce attivamente a conservare gli ecosistemi naturali.

Bandiere Nere

Non bisogna abbassare la guardia, dice Legambiente, ricordando anche le 10 bandiere nere 2024 assegnate a quelle realtà che a suo avviso “non percorrono la retta via aggredendo la montagna”.
I dieci vessilli neri – 3 al Piemonte, 2 rispettivamente a Valle d’Aosta e Friuli-Venezia-Giulia, 1 per Alto Adige, Lombardia e Veneto – sono raggruppabili in due grandi filoni: quelli legati all’industria sci nell’era del riscaldamento climatico e quelli di natura trasportistica e viabilistica. Tra le 10 bandiere nere, quella alla Valle d’Aosta dove Fra Zermatt e Cervinia le ruspe al lavoro hanno inferto pesanti ferite al ghiacciaio Teodulo per ampliare i domaines skiable ai fini di competizione agonistiche.

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