Team spagnolo sul Bhagirathi III ma “Starway to heaven” resta incompleta

Il team spagnolo, formato da Mikel Sáez, Rubén Pérez, Álex Kammerlander e José María Andrés, ha scalato il Bhagirathi III (6.454 mt).

La spedizione

La squadra spagnola ha scalato lo sperone sud-ovest della montagna himalayana unendo diverse vie  ‘Stairway to heaven’ aperta nel 2004 dai tedeschi Jörg Pflugnacher e Walter Hoelzlere (mai ripetuta) e la ‘Vía degli scozzesi’ aperta nel 1982. Per avere la meglio, il team ha effettuato un attacco finale di 43 ore no-stop.
L’idea originale degli spagnoli era proprio di effettuare la prima ripetizione di “Stairway to heaven”: 30 lunghezze e difficoltà fino a 7. Anzi volevano di più. I tedeschi nel 2004 non riuscirono a salire in cima per la linea logica a causa di piastre ghiacciate e cattive condizioni in cima e con una traversata deviarono sulla Via degli Scozzesi per raggiungere la vetta.
Diverse cordate si sono cimentate per chiudere quella linea, un obiettivo ambizioso. Obiettivo che avevano in testa anche gli spagnoli. Hanno lavorato sodo e tanto, per oltre 20 giorni su questa via fissando corde, dormendo in parete con tempeste di neve, con donnole golose e ladre che hanno rubato loro del cibo.
Il campo base era montato ai piedi della parete a circa 4800 m. Campo 1 a 5350 m e un secondo campo a 5500 m. Ma anche per loro è arrivato poi il momento di arrendersi e optare per il piano B, la Via degli Scozzesi. Hanno trovato cattive condizioni e non avevano più tempo a disposizione.
Alex Kammerlander è dovuto ricorrere alle cure dei medi dell’ospedale San Jorge di Huesca a causa di un congelamento alle dita dei piedi.
Bilancio finale: arrampicata di circa 1400 metri su roccia, in libera e artificiale, con qualche tratto di ghiaccio; difficoltà di 6b+/A2, M5+, 80º.

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