Tragedia Marmolada, nasce il Manifesto etico delle Guide alpine
Cinque punti: un invito a lavorare insieme per costruire una montagna più libera, responsabile, sostenibile e consapevole
Dalla tragedia della Marmolada della scorsa estate nasce il Manifesto etico delle Guide Alpine. Un elenco di cinque principi su cui ispirare il lavoro come guide e le attività del collegio in quanto espressione della categoria professionale.
Il Presidente delle Guide Alpine Veneto Marco Spazzini Gli eventi del 3 luglio in Marmolada hanno scosso profondamente tutti noi, e la scomparsa di due colleghi in quelle circostanze è certamente un evento a cui nessuno di noi era preparato. Nei giorni immediatamente successivi, quando il bilancio della tragedia stava diventando chiaro a tutti, è nato, su iniziativa del nostro Segretario Lucia Montefiori, un Manifesto etico delle guide, figlio dell’esigenza di dare una cornice di senso alla catastrofe appena successa e della voglia di onorare così la memoria dei colleghi scomparsi.
Pur rimanendo un documento delle guide e per le guide, il Manifesto è stato aperto alle sottoscrizioni esterne da parte di ogni ente o singolo che ritenga di identificarsi nei valori espressi.
Primi firmatari sono stati il Cai Veneto e il Soccorso alpino regionale, insieme ai quali Guide alpine hanno organizzato una presentazione pubblica i giorni scorsi ad Alleghe, alla quale hanno partecipato circa 300 persone, tra cui i parenti delle 11 vittime.
Il Manifesto
- Rivendichiamo un diritto universale alla frequentazione libera degli ambienti naturali.
Chi decide di frequentare gli ambienti naturali, ne accetta i rischi e se ne assume la responsabilità: riconosciamo che nessuno può garantire la sicurezza totale in un ambiente incontrollabile e caratterizzato da rischi oggettivi, ma sappiamo anche che i rischi soggettivi possono essere ampiamenti mitigati dalla conoscenza del territorio, dall’acquisizione di competenze e dal sapere che viene dall’esperienza.
- Rifiutiamo la visione politica di una montagna ridotta a parco giochi, a infrastruttura di svago regolamentata.
È importante che si diffonda la consapevolezza del fatto che nessuno può avere il controllo di fattori stocastici: non i sindaci, non il soccorso alpino, non le guide. Gli ambienti naturali sono dinamici ed in costante evoluzione: chi non è disposto ad assumersi la responsabilità, con consapevolezza, del contatto con la natura, deve fare autocritica e rinunciare alla frequentazione di questi ambienti.
- Riconosciamo i cambiamenti climatici come fattore di complessità crescente degli ambienti naturali.
Sappiamo che in questi ambienti in evoluzione sono sempre più frequenti episodi inediti ed estremi. Come guide ci impegniamo a continuare la nostra formazione sul tema, e a fare opera di educazione e divulgazione tra i nostri clienti: diffondere la conoscenza sui fattori di adattamento e mitigazione è un atto di responsabilità verso le generazioni future.
- Riconosciamo gli impatti ambientali del turismo, e ci impegniamo a promuovere una frequentazione etica e responsabile degli ambienti naturali.
Il turismo si deve fermare quando diventa un fattore di stress per le popolazioni (umane e non umane) locali, e quando rappresenta una minaccia per la qualità della vita dei residenti e per la capacità di perpetuarsi dei servizi ecosistemici.
Come operatori turistici, sentiamo l’esigenza di lasciare la nostra impronta sul mercato, incentivando modalità di fruizione che non consumino il territorio, e che siano rispettose dell’ambiente. - Pensiamo che la partecipazione sia fondamentale per governare nel modo migliore la complessità in evoluzione dei territori di montagna.
La creazione di reti tra istituzioni, imprese, cittadini, terzo settore e professionisti è un aspetto cruciale nella prevenzione dei conflitti sul territorio e nella condivisione di una visione per il futuro.
Le guide presidiano quotidianamente i territori impervi, e si impegnano in un ruolo di sentinelle privilegiate, attori di una sorveglianza diffusa sui segnali di cambiamento, in un’ottica di collaborazione con gli altri soggetti presenti sul territorio.