Winter, la Val Masino nel nuovo video di Yuri Palma
L’esordio di questo post è che come Ragni abbiamo prodotto un fantastico film sull’arrampicata in Val Masino, ovvero Segni, di Michele Caminati. Che un altro film con Simone Pedeferri, Socialmente inutile di Andrea Frigerio, vinse la Genziana d’Argento al Trento film festival e durante le riprese, al Pesgunfi, mia moglie non fu colpita in testa da un grosso macigno per pura fortuna, e che un altro film sempre di Andrea Frigerio, Patabang, racconta con ottima sceneggiatura la storia dei Sassisti. Cercateli, tutti e tre, meritano assolutamente.
Qui, invece, parto alla lontana per un video paesaggistico.
Una decina di anni fa ricordo che fra i climbers era diventata di moda la frasetta, non ci sono più le mezze stagioni. Era un lamento, ovvio, gli arrampicatori si lamentano alla grande, io ero in buona posizione (ma c’è chi mi dava due giri di Nürburgring di distacco…). Nella sostanza si era disperati perchè la maggior parte delle falesie lombarde era perfetta per una primavera non bollente e un autunno normale, invece si passava dal freddo polare ai 25 gradi al sole, e buonanotte.
La sensazione invece che da un po’ di tempo non ci sia più l’Inverno vero mi pare che adesso ce l’abbiano un p0′ tutti, non solo i climbers da roccia che sono stracontenti perchè giornate così sono da falesia perfetta (ma pure da via di roccia, il “mio” Wendenstocke ma presumo anche dolomiti, ratikon, etc, è in condizioni superlative).
Il giorno di Natale e Santo Stefano siamo andati in Val Masino, dove ho un pò di bei ricordi. La Cucchi route chiusa col tutore per rottura scafoide, assicurato da Simone (Pedeferri), con un mare di gente a farmi il tifo (fra cui Mario Giacherio detto Giac che mi lanciò un incitamento al traverso finale che a momenti caddi dall’emozione) e la mano sinistra impossibilitata a chiudersi bene ( ma dopo cinquecento cadute e un mese di tentativi, dove peraltro dovevo pure stare attento a come cadevo visto il tutore, diciamo che avevo sviluppato una prensilità originale). Le vie di aderenza che meno ti tieni più vai, per cui agli inizi sostenevo fossero il sale delle vie di roccia e cominciai con l’odiarle man mano che le braccia si facevano più muscolose, fino a concordare col Paul (Lo Sprea-fico), e la sua celebre frase, non è arrampicata. L’estate passata su Piselli in scatola, che dalle altre parti facevo già l’8a e lì cadevo sistematicamente, poi un giorno la provo con vento da Nord e la salgo fischiettando, con riflessione esistenziale sul concetto di “condizioni”, che però poi un giorno venne tal Adam Holzcknet che sceso da una via del Qualido terminò la giornata salendo la stessa via, con Pedeferri esterrefatto, con oltre trenta gradi ed umidità che si sudava a parlare, poi ricordo l’8b su cui mi rubarono la notte 8 rinvii, uno per grado…mia moglie che sale flash, ma diciamo pure a vista Drugster, commentando serafica, questa mi piace, con il muscoloso milanese da cinque trazioni monobraccio, di cui non farò il nome ma molti avranno capito, girava spesso lì, che la apostrofa con parolacce varie, il grande Rudy Colli che prova un 8b+, si appende come giusto che sia, metà agosto, sulla strada almeno 50 persone che guardano, e una anziana in dialetto urla, scendi da lì che non sei buono, noi sveniamo dal ridere e il Rudy esce con una sequela di parolacce mica male, le vie del Dodo all’Averta che senza Friends ve le raccomando, il volo brucia coscia del mio socio Ale Zar che si fa un tiro di flauto magico verso il basso e quando arriviamo al bar monica tutti stavano parlando di un missile terra-aria da venti metri di volo ma-si-sarà-incendiato? e insomma tante tante storie, non ultima quelle scarpacce di Manolo che solo lui riusciva ad usarle, vi ricordate quelle senza il minimo sostegno? tipo ciabatte che ti danno sull’aereo o negli Hotel? Ecco, se-volete-passare-una-mezz’ora-d’inferno andate sul 6b Boscacci a Luglio con quelle scarpe e altro che Infinite Jest al Wenden, e poi concludo con Cunicolo acuto e la sosta su masso incastrato che si muove e il Gipeto (A.R.) che arriva, muove il sasso e mi fa, ma tiene? Beh, guarda, ruota ma si ferma, faccio io, e riparto forte del mio quarto grado lavorato, insomma parecchie cosucce, da quelle parti, per cui che Yuri facesse un video lì mi sarebbe piaciuto, ecco, si parlava di andare in Dolomiti a dir la verità, ma poi ad inizio Dicembre è uscito il nome Val Masino ed ecco il risultato di due mezze giornate di riprese, camminate comprese, con attrezzatura sofisticata e nessuno, ma proprio nessuno, in giro. La Cascata del Ferro, dove pure scalai a destra e a sinistra, i Bagni di Masino dove c’è una delle più belle foreste del Nord Italia, e Predarossa, un posto assolutamente magnifico in ogni stagione e quindi, appunto, anche d’Inverno. Il messaggio semplice semplice di scoprire l’Inverno in colori e forme mi pare evidente, che poi in altri anni saremmo affondati nella neve fino al petto…vero, ma per ora, per gli amanti della Val Masino, questo è l’Inverno che abbiamo visto.
Yuri Palma
fonte: ragni di lecco
Poca neve ma tanta classe. Complimenti, sembra Revenant