“Zenin”, dedicata a Mario Conti la via di Schiera e Marazzi sul Cerro Nora Oeste
“Zenin”, l’hanno chiamata così – in ricordo e in onore di Mario Conti – la via aperta lo scorso novembre sulla parete Ovest del Cerro Nora Oeste. Paolo Marazzi e Luca Schiera hanno vissuto una bella avventura, nel totale 10 giorni di attività. Di cui sette di avvicinamento. Con loro Giovanni Ongaro e Andrea Carretta, che li hanno seguiti sino al bordo del ghiaccaio.
La via è di circa 900m, sale lungo lo spigolo ovest, con i primi 300m lungo un canale di neve per poi proseguire su roccia misto e ghiaccio. Il grado massimo è 6a+ su roccia e M6+ di misto.
Un omaggio a Mario Conti (“Zenin”, suo soprannome), scomparso nel periodo in cui erano proprio su quella parete. Mario Conti, nome storico dei Ragni, era uscito per una passeggiata e non è più rientrato. Le ricerche sono proseguite per giorni e giorni senza sosta, dai soccorritori, volontari, amici, familiari. Di Mario nessuna traccia. Ancora oggi risulta disperso.
Mario Conti
L’alpinista Mario Conti, 79 anni, Ragno di Lecco, era uscito per la solita passeggiata sui monti sopra Sondrio. Alpinista di spessore, con una grande storia alle spalle (compreso il Cerro Torre) e oltre 50 anni di lavoro come Guida Alpina. Mariolino, come veniva solitamente chiamato, ha effettuato salite alpine ed extraeuropee, ma il suo nome è indissolubilmente legato alla salita del 1974 al Cerro Torre.
Ragni Tenace, determinato, moderno (scala in libera e su ghiaccio si muove come un ragazzino), Mario Conti è spesso supporto logistico di tante spedizioni e come guida alpina è attivissimo nella zona del Bianco.
Salite significative
- 1° salita parete Ovest del Cerro Torre (Patagonia) (1974)
- 1° tentativo parete Sud Lhotse (Himalaya) (1975)
- 1° tentativo parete Sud Lhotse Shar
- Via nuova Nevado Taulliray (Perù)
- Via nuova Nevado Trapecio (Perù)
- Via nuova Nevado Rakuntay (Perù)
- Salita parete nord Cho Oyu (Himalaya) (1988)
- 3 spedizioni come capo spedizione alla parete Ovest del Cerro Piergiorgio (Patagonia) (2003 2007 2008)
- 1 spedizione come capo spedizione alla Garet il Djenour (Algeria) (2002)
Il suo nome per sempre sul Cerro Nora Oeste
Una montagna maestosa, larga due chilometri, il versante nord con pareti di granito di mille metri, a sud una parete di ghiaccio e misto.
Il Cerro Nora Oeste è una vetta mai salita, nel ghiacciaio del Campo de Hielo Norte.
Della spedizione verrà realizzato un film documentario, la cui regia e fotografia sarà curata dalla guida alpina e fotografo Giovanni Ongaro (anch’egli del Gruppo Ragni) e da Andrea Carretta, alpinista che vive in Patagonia.
Il racconto dell’avventura
Schiera e Marazzi Forse questa volta per noi si è davvero chiuso un capitolo. È vero, siamo alpinisti, e il fine ultimo è sempre stato scalare qualcosa, ma tutto quello che abbiamo sperimentato attorno alla scalata è proprio ciò che in nessun altro luogo abbiamo mai trovato e che siamo tornati a cercare su questo ghiacciaio enorme e misterioso. Gli inconvenienti sono cominciati ben prima di mettere piede sul ghiacciaio. Proprio il giorno antecedente la partenza abbiamo scoperto che non avremmo potuto seguire l’accesso più diretto navigando sul lago Colonia. Quindi abbiamo dovuto risalire la valle del Rio Nef; un percorso che ci ha richiesto cinque giorni di cammino. La mattina del 23 novembre partiamo verso il Nora Oeste. Arrivati al cospetto della parete nord ci rendiamo conto che anche questa è per noi inscalabile: le condizioni sono invernali. Ormai sul punto di rinunciare individuiamo una linea lungo lo spigolo ovest, senza evidenti pericoli oggettivi. Il giorno successivo, risaliamo rapidamente il canalone e il nevaio che ci portano allo spigolo di roccia. A metà giornata siamo sotto ai funghi di neve della vetta. C’è un camino di roccia e ghiaccio che sembra portare verso l’alto. Ci infiliamo dentro e, magicamente, raggiungiamo la luccicante cresta che ci porta fino alla cima principale. Scattiamo qualche foto e mandiamo un messaggio agli amici del Cai: Incredibilmente cima del Nora Oeste!
Il rientro
Altri due giorni di marcia sono serviti per percorrere a ritroso lo Hielo, fino alle rive del lago Colonia. Sono rimasti fermi altri tre giorni, attendendo il passaggio di una perturbazione. Con l’arrivo del bel tempo è cominciata la traversata del lago. Una navigazione tranquilla, ma durante la discesa dell’emissario del lago, la situazione si è fatta drammatica.
Dopo pochi minuti ci siamo ritrovati in mezzo a delle grosse rapide. Giovanni Ongaro si è ribaltato ma fortunatamente è riuscito a nuotare raggiungendo la riva, mentre Andrea Carretta si è schiantato su un grosso masso, rimanendo bloccato in mezzo al fiume: alla fine è riuscito in qualche modo a saltare sul canotto e pagaiare fuori dalle rapide.
Poi, la meta del rientro, il villaggio di Cochrane.